"Non è corretto presentare i
magri risultati ottenuti finora" nel quadro del dialogo
Belgrado-Pristina facilitato dall'Ue come "un fallimento del
signor Lajcak che ha fatto del suo meglio a nome dell'Alto
Rappresentante dell'Ue con il pieno sostegno dei 27 Stati
membri". Lo ha detto il portavoce del Servizio di Azione Esterna
dell'Ue, Peter Stano, difendendo l'operato, a più riprese
oggetto di critiche, di Miroslav Lajcak, ex inviato speciale
dell'Ue per i Balcani occidentali appena nominato ambasciatore
Ue per la Svizzera. Il fatto che finora Serbia e Kosovo non
siano stati in grado di avanzare nel processo di normalizzazione
"non è dovuto alle mancanze, percepite o presunte, dell'Ue come
facilitatore, ma alla loro incapacità di mantenere i risultati"
ha aggiunto il portavoce, sottolineando come la mancata
attuazione dell'accordo da parte dei due Stati dei Balcani
danneggi "il loro futuro europeo e i benefici che i loro
cittadini potrebbero trarre dall'avanzare nel dialogo".
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