Il governo bulgaro del premier
Nikolay Denkov, che è sostenuto dalla cosiddetta 'coalizione
euroatlantica' formata dal partito liberale 'Continuiamo il
parlamento' (Pp), il partito conservatore Gerb e il partito
della minoranza turca Dps, ha superato indenne oggi in
parlamento una mozione di sfiducia presentata dall'opposizione,
che accusa l'esecutivo di fallimento nel settore dell'energia. I
voti contrari alla sfiducia sono stati 143, rispetto ai 71
favorevoli.
Il parlamento di Sofia è composto da 240 seggi. Si tratta del
primo voto sulla fiducia al governo di Denkov, insediatosi lo
scorso giugno. La mozione è stata presentata dal Partito
socialista bulgaro (Bsp), Vazrazhdane (Rinascita, nazionalisti)
e da 'C'è un popolo come questo' (Itn, populisti), tutti
all'opposizione. Secondo l'opposizione il governo sta
distruggendo il settore energetico bulgaro con la chiusura
anticipata nei prossimi anni delle centrali a carbone e delle
rispettive miniere mettendo a rischio la sicurezza nazionale.
Secondo i numeri pubblicati sui media, oltre il 50% dell'energia
elettrica in Bulgaria è prodotta dalle centrali a carbone e il
33% dall'unica centrale nucleare di Kozlodui. Il resto
dell'energia è prodotto dalle centrali idroelettriche e dai
fotovoltaici. È insignificante la produzione da centrali
eoliche. Secondo stime dei sindacati, lo smantellamento del
settore del carbone e delle centrali termoelettriche lascerebbe
senza lavoro oltre 45 mila persone.
Dopo il voto, Nikolay Denkov ha dichiarato che la mozione di
sfiducia è stata "una perdita di tempo parlamentare". Nei giorni
scorsi in Bulgaria si sono svolte a più riprese proteste di
massa dei lavoratori nel settore dell'estrazione del carbone e
delle centrali termoelettriche a carbone contro i piani del
governo di liquidare tale settore nei prossimi anni.
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