"La prima ipotesi - aveva spiegato in precedenza il il segretario territoriale della Uilm, Antonio Rodà - è legata ad un'azienda lombarda del settore automotive, con fatturato annuale di 400 milioni di euro e siti produttivi in più Paesi, che si occupa di stampe di grandi dimensioni come cruscotti auto ed altre componenti. La seconda ipotesi riguarda un'azienda che occupa 1.700 dipendenti con 275 milioni di fatturato annuo, che produce silos per il settore dell'agricoltura, per liquidi e per attività legate all'Oil & Gas". Caratteristiche queste che potrebbero ricondurre all'austriaca Christof Industries, il cui nome era circolato alla vigilia del tavolo. "Infine per la terza si tratta di un'azienda che realizza elettrolizzatori per la produzione di idrogeno che agirebbe in joint venture con una grande Multinazionale asiatica legata alla produzione di energie alternative", forse la Mitsubishi.
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