Con bandiere a mezz'asta sugli
edifici pubblici, funzioni speciali in chiesa e un minuto di
silenzio programmato a mezzogiorno con il suono di campane in
ogni chiesa del Paese, la Repubblica ceca oggi si raccoglie in
una giornata di lutto per ricordare le 14 vittime del massacro
compiuto con armi automatiche giovedì all'Università Carolina di
Praga dallo studente David Kozak, che si è poi suicidato. "E'
difficile trovare le parole per esprimere da un lato la
condanna, e dall'altra il dolore e la sofferenza che l'intera
nostra società sta patendo in questi giorni che precedono il
Natale", ha dichiarato il primo ministro ceco, Petr Fiala.
Mentre vengono resi noti un po' alla volta i nomi delle persone
uccise dalle pallottole sparate dallo studente 24enne di
Filosofia, studenti e cittadini continuano a rendere il loro
omaggio con centinaia di candeline e fiori davanti all'edificio
della facoltà di Lettere e Filosofia della Univerzita Karlova,
in Piazza Jan Palach, nella Città vecchia di Praga. La polizia
nelle ultime ore ha arrestato quattro persone, cercando di
prevenire emulazioni dell'insensato attacco di giovedì. Il
ministro dell'Interno, Vit Rakusan, ha escluso qualsiasi
collegamento fra Kozak e il terrorismo internazionale, ribadendo
che il giovane ha agito di propria iniziativa e da solo. I
feriti in totale sono 25, fra cui diversi passanti, e fra essi
un cittadino olandese e due degli Emirati arabi.
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