dell'inviato Paolo Cappelleri
L'Unione europea deve riconoscere
con maggior forza le istanze dei paesi mediterranei sulla
gestione dei migranti: Italia e Grecia sono unite da questo
obiettivo, uno dei focus dell'incontro fra Giorgia Meloni e
Kyriakos Mitsotakis ad Atene, dove la premier è volata in serata
per una visita lampo. Un faccia a faccia seguito da una cena di
lavoro fra due leader di estrazioni diverse che però difendono
interessi nazionali in questo momento allineati, e che
potrebbero fare fronte comune anche nel complesso negoziato a
Bruxelles sul nuovo Patto di stabilità. Senza contare che,
secondo molti osservatori, il primo ministro greco rappresenta
per la leader di FdI e dei Conservatori europei un ponte con il
Ppe. Meloni reduce dalla visita a Caivano e Mitsotakis da un
teso dibattito parlamentare sugli incendi che hanno flagellato
il suo Paese, si sono ritrovati a Palazzo Maximos. Nei mesi
scorsi hanno dovuto entrambi fare i conti con una strage di
migranti, quella di Cutro e quella al largo di Pylos, tragedie
di un fenomeno che non accenna a calare lungo le rotte del
Mediterraneo centrale e orientale. Una situazione complessa da
gestire. Nei giorni scorsi un movimento antirazzista aveva
annunciato proteste contro la scelta del governo greco di Nea
Dimokratia di collaborare con quello italiano di centrodestra
"nella guerra contro i rifugiati e gli immigrati". Roma e Atene
puntano in particolare sulla cooperazione con i paesi africani
di origine e transito, rafforzando le relazioni bilaterali.
Meloni e Mitsotakis potrebbero unire gli sforzi nella moral
suasion sulla Commissione europea per sbloccare i fondi
accordati alla Tunisia. Ma soprattutto chiedono a Bruxelles di
gestire il problema in modo integrato, in attesa che si completi
la negoziazione sul nuovo Patto migrazioni e asilo, e che il
sistema di ricollocamenti funzioni davvero. Un'altra trattativa
su cui Roma e Atene hanno interessi sovrapponibili è quella sul
Patto di stabilità. Meloni insiste sulla necessità di
flessibilità e dello scorporo degli investimenti per transizione
verde e digitale, nonché per quelli per la difesa, dal calcolo
del rapporto debito/Pil. Nelle ore prima dell'incontro si è
diffusa la voce di una bocciatura in arrivo da Bruxelles
rispetto alle proposte italiane. Di certo, finora non sono
arrivati segnali di apertura, e fra Palazzo Chigi e Mef c'è la
consapevolezza del rischio che la nuova governance finanziaria
europea non sia definita prima della fine dell'anno. "Tutto è
aperto", viene spiegato, senza negare la necessità a quel punto
di un periodo cuscinetto. Per fronteggiare la spinta della
Germania, l'Italia sta cercando di tessere alleanze con Francia,
Spagna e altri Paesi del sud Europa. Inclusa appunto la Grecia.
Se questo fronte prenderà corpo sarà più chiaro nei prossimi
appuntamenti multilaterali, l'Ecofin informale del 15 settembre,
il vertice informale di capi di stato e di governo il 6 ottobre
e dieci giorni dopo l'Eurogruppo. Fra gli investimenti che
l'Italia vorrebbe scorporare, anche le spese per l'Ucraina. Il
sostegno a Kiev è un altro dei temi internazionali trattati fra
i due premier, assieme alla crisi in Niger, la situazione nel
Mediterraneo orientale e nei Balcani Occidentali, dove l'Italia
gioca un ruolo di mediazione e Atene sta vivendo un periodo di
tensioni con il governo di Tirana. Fra i dossier aperti anche
quello della cooperazione economica (dal 2021 al 2022
l'interscambio è aumentato da 9 a oltre 11 miliardi) e in
particolare energetica. Si va dall'interconnessione elettrica
fra i due Paesi, fino alla ricerca di gas nell'area Est del
Mediterraneo. In Grecia operano Eni (le cui esplorazioni a sud
di Cipro devono fare i conti con le contestazioni della Turchia
per questioni di acque contese), Enel Green Power, Fincantieri,
Italgas, Snam, Terna. In materia di difesa, poi, sulla Grecia
punta Fincantieri, che sta partecipando a una gara per le
corvette della Marina militare ellenica (un affare da circa 2
miliardi), in concorrenza con la francese Naval Group. Debutta
in Grecia anche Atm, l'azienda dei trasporti di Milano, che con
un contratto da 250 milioni (attraverso Thema, controllata al
51%) gestirà la metropolitana di Salonicco, la prima automatica
nel paese.
CPP-YEK/ S0A QBXB
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