Dal grande aiuto di Stato autorizzato dall’Ue a Spagna e Portogallo per calmierare il prezzo dell’elettricità, alla annunciata rinazionalizzazione di Edf in Francia fino alle manovre della Germania per salvare Uniper. Sembra esserci aria di rinazionalizzazione delle politiche energetiche europee. “Vediamo aprirsi faglie a livello di politiche energetiche quando invece sarebbe necessaria maggiore integrazione”, avverte Simone Tagliapietra, senior fellow dell’Istituto Bruegel di Bruxelles e docente alla Cattolica di Milano e alla John Hopkins Europe.
Dalla Commissione europea nessun commento ufficiale. Ci si limita a ricordare che le situazioni sono diverse. Cioè che del piano tedesco si sa ancora poco, che la proprietà statale di una utility energetica (tra l'altro Edf era già statale all'80%) non è di per sé vietata se si seguono le regole del mercato e, infine, che Spagna e Portogallo hanno avuto l’approvazione di Bruxelles solo dopo attenta analisi.
“Il rischio di frammentazione delle politiche energetiche è ora molto evidente così come quello legato alla loro rinazionalizzazione, tanto che con il Bruegel stiamo preparando un paper sui rischi che vediamo da questo scenario e cosa fare per evitarli”, dice all’Ansa Tagliapietra. Torna alla mente il monito più volte pronunciato in questi mesi a Bruxelles da ministri e leader di Italia e Spagna, "se l'Europa non dà una risposta comune alla crisi dell'energia, ognuno potrebbe fare per sé".
“Non dobbiamo arrenderci a uno scenario del genere - è l'indicazione di Tagliapietra - anche perché vincerebbe la strategia russa del “divide et impera””. L’Europa è “invece forte se resta unita e solidale”, scandisce lo studioso. E sull’energia “la solidarietà deve essere qualcosa di tangibile – aggiunge – cioè il sostegno reciproco tra gli Stati sugli approvvigionamenti”.
La posta in gioco è altissima. “Se non ci riusciamo – avverte Tagliapietra – le ripercussioni non saranno solo di carattere economico ma saranno politiche”. Occhi puntati al piano di coordinamento per la riduzione della domanda della Commissione europea, atteso per il 20 luglio. “Spero – conclude Tagliapietra – che la Commissione europea faccia le proposte giuste e che soprattutto gli Stati siano davvero pronti ad attuarle”.
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