"Siamo, infatti, a giugno 2022 e non solo non è stato speso un solo euro della programmazione 2021-2027, ma siamo ancora in fase di definizione dei programmi nazionali e regionali e tutto ciò richiederà ulteriore tempo rispetto all'avvio concreto degli interventi e delle misure. Tutto questo mentre, nonostante i proclami del governo nelle scorse settimane, Bruxelles sottolinea che entro la fine del 2023 dovranno essere spesi ancora 32 mld, quasi la metà, della programmazione 2014-2020 che altrimenti sono a forte rischio disimpegno", prosegue Fitto.
"Tale criticità assume maggiore rilievo se consideriamo che le politiche di coesione hanno finanziato l'emergenza Covid e di recente anche la crisi economica connessa alla guerra in Ucraina. L'auspicio è quindi che nelle prossime settimane non ci siano i soliti toni trionfalistici, ma un impegno per accelerare la spesa della vecchia programmazione e avere una rapida approvazione dell'Accordo da parte della Commissione Europea. E soprattutto evitare ancora una volta che le lentezze e le criticità del nostro sistema, che potrebbero acuirsi a causa anche dell'attuazione del Pnrr, si scarichino sui cittadini e sulle imprese soprattutto del Sud atteso che gli interventi per la coesione sono prevalenti soprattutto nel Mezzogiorno", conclude la nota.
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