"L'accostamento - prosegue Salini - è evidentemente infelice, e lo è soprattutto per il caso di Orban, politico certamente oggetto di grandi attenzioni, ma che, a differenza degli altri citati, è stato democraticamente eletto presidente nel proprio Paese. L'Ungheria è un paese che sta crescendo economicamente e civilmente ad un ritmo invidiabile, e dove, sempre grazie ad Orban, è stata approvata una Costituzione che riconosce le proprie radici giudaico cristiane. Forse proprio quest'ultima è la sua grande colpa agli occhi dell'alto commissario giordano.
Criticato a più riprese Orban andrebbe, invece, elogiato perché la popolarità che mantiene da anni ne suo Paese e la stabilità assicurata dalla sua forza politica sono un efficace argine all'esplosione di movimenti xenofobi come il partito ungherese Jobbik".
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