"Si tratta di tre scenari completamente diversi, modellati da fattori specifici e non accomunabili. Non esiste un filo conduttore che lega Atene a Madrid, Barcellona a Varsavia - afferma Pittella -. Si tratta di tre effetti diversi scaturiti però dalla stessa origine: l'incompiuto processo d'integrazione europea, fermo ormai da decenni".
"Nel caso greco e spagnolo, ma anche italiano, - secondo il capogruppo dei socialisti e democratici al parlamento Ue - s'identifica nelle scellerate politiche di austericidio calate dall'alto da Bruxelles e messe in campo da molti governi europei guidatati dalla destra. Nel caso polacco e di altre realtà dell'Europa orientale, nell'incapacità di andare oltre la moneta e i vincoli di bilancio trasformando l'Europa in un soggetto garante della pace e della difesa rispetto alle grandi sfide globali, la crisi russo-ucraina e terrorismo in primis, in sostituzione del ruolo fino ad oggi ricoperto dalla Nato".
"Col piano di investimenti Juncker, con l'allentamento del patto di stabilità, con l'azione dell'Alto rappresentante Mogherini sul fronte internazionale e dell'immigrazione, l'Europa delle istituzioni sta tentando di cambiare direzione - evidenzia Pittella -. Sono i governi che ancora frenano, senza rendersi conto che il futuro sta nel rafforzamento dell'Unione europea e non nel ritorno delle piccole patrie".
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