Il 2016, sottolinea Bruxelles, "segna il ritorno di una positiva tendenza al ribasso dopo due anni di stasi", con 600 morti in meno rispetto al 2015 e 6mila in meno rispetto al 2010.
La maggior parte degli incidenti Nel complesso, negli ultimi sei anni il numero delle vittime della strada nell'Ue si è ridotto del 19% ma, sebbene i dati siano positivi, l'attuale ritmo di riduzione degli incidenti stradali potrebbe essere insufficiente per centrare l'obiettivo di dimezzare il numero di vittime nell'arco di dieci anni. In base alle statistiche, infatti, "proprio oggi altre 70 persone moriranno sulle strade dell'Ue e un numero cinque volte più alto subirà ferite gravi", ha ammonito Bulc. Da qui il suo invito a "tutte le parti interessate a intensificare gli sforzi in modo da raggiungere l'obiettivo di dimezzare il numero delle vittime della strada tra il 2010 e il 2020".
I Paesi Ue con le strade più sicure e il tasso più basso di mortalità per milione di abitanti sono Svezia (27), Gran Bretagna (28), Olanda (33), Spagna e Danimarca (37), Germania (39) e Irlanda (40). La guida è più pericolosa, invece, in Bulgaria (99), Romania (97), Lettonia (80) e Polonia (79). La maggior parte degli incidenti nel 2016 è avvenuta sulle strade di campagna (55%), poi nelle aree urbane (37%) e solo l'8% sulle autostrade. Le vittime sono in maggioranza gli occupanti delle auto (46%), ma se sommati insieme pedoni (21%), ciclisti (8%) e motociclisti (14%), ovvero gli utenti più vulnerabili della strada, raggiungono quasi la stessa proporzione.
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