La Commissione Ue, ha precisato Malmstroem, "deve ancora prendere una decisione su quale base legale proporrà la ratifica al Consiglio ma", ha tenuto a sottolineare, "voglio confutare con forza il concetto che una procedura legale sia più o meno democratica di un'altra". Secondo quanto previsto dai Trattati Ue, infatti, la politica commerciale è una competenza esclusiva della Commissione. La ratifica degli accordi da parte degli stati membri può quindi essere fatta o a maggioranza qualificata dal Consiglio oppure, cambiandone la natura, in modo misto, da Consiglio e i singoli stati membri all'unanimità. In ogni caso i 28 hanno comunque modo di esprimere la propria posizione nazionale sull'intesa. "A prescindere dalla procedura legale che sarà scelta dal Consiglio sulla questione, il Parlamento europeo insieme ai governi dei 28 stati membri nel Consiglio potranno dire la loro sulla ratifica del nostro accordo con il Canada, in base alla legislazione Ue", ha sottolineato la commissaria al commercio. Infatti, ha continuato Malmstroem, "gli stati membri presenteranno le loro rispettive posizioni in Consiglio secondo i loro requisiti costituzionali o altro", di conseguenza "i governi degli stati membri sono completamente liberi di coinvolgere i loro parlamenti nazionali come desiderano", e questo "prima delle decisioni del Consiglio Ue". In ogni caso, ha concluso la commissaria, "a prescindere da quali saranno le modalità legali della ratifica, una rapida entrata in vigore dell'accordo è nell'interesse dell'Europa", in quanto il Ceta, per come è stato strutturato, è una sorta di "standard aureo" delle nuove intese commerciali progressiste che "incapsula grandi benefici per consumatori e imprese Ue, in particolare per le pmi". E "non cambiano", ha ribadito la commissaria, "gli standard Ue di protezione dei consumatori, sanitari, ambientali o sociali", con l'obbligo di un "pieno adeguamento" dei prodotti importati alle regole Ue "senza eccezioni".
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