La Commissione Ue sogna di far
nascere un' 'economia dei dati', e inizia a mettere mano alla
complessa questione dei miliardi di informazioni di ogni tipo
che oggi si perdono nella rete, o sfruttate a fini commerciali
da privati, invece di essere canalizzate e sfruttate per far
funzionare meglio le nostre società. Gli esempi sono molteplici:
se i dati sanitari fossero condivisi tra tutti i Paesi Ue, i
pazienti potrebbero richiedere le medicine di cui hanno bisogno
in qualsiasi Stato, avendo ovunque accesso alla prescrizione
elettronica, se i dati generati dalle auto venissero utilizzati
per farli dialogare con le infrastrutture stradali, avremmo
strade più sicure. E così via, visto che i dati possono essere
usati per migliorare qualunque aspetto della vita, dalle analisi
economiche alle previsioni del tempo.
Bruxelles spiega che l'economia dei dati valeva 272 miliardi
di euro nel 2015, ed è in continua crescita. "I dati sono il
carburante della nuova economia, serve un quadro chiaro perché
pmi e start up possano sfruttare il potenziale dell'Internet
delle cose", ha detto la commissaria al mercato interno,
Elizbieta Bienkowska. E il vicepresidente al mercato unico
digitale, Andrus Ansip, spiega che oggi ci sono troppi ostacoli
al flusso dei dati, che quindi restano entro i confini
nazionali. Bruxelles ha quindi aperto ufficialmente la
riflessione, chiedendo il parere di Stati membri e
'stakeholder', per capire quali e quante restrizioni sono
giustificate e quali invece possono essere rimosse grazie ad una
normativa che Ansip vorrebbe entro l'anno.
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