In bilico non c'è solo un regolamento comunitario ma rischia di finirci l'intera architettura del Green Deal. Mercoledì, all'Eurocamera, andrà in scena lo scontro finale sulla proposta di legge per il ripristino della natura: sarà una votazione al buio, che giunge in coda a ben due bocciature in commissione al Pe. Sarà, soprattutto, un test per una possibile alleanza tra le destre e il Ppe, che sul pacchetto Fit for 55 ha assunto posizioni sempre più critiche. E la temperatura, a Strasburgo, sta salendo: martedì nella città alsaziana tornerà Greta Thunberg, paladina dell'ambientalismo targato Generation Z. "La legge sulla natura va sostenuta per mitigare la crisi climatica", ha twittato l'attivista, presentando la protesta.
Cosa prevede la legge sul ripristino della natura
La legge sul ripristino della natura è uno dei pilastri del pacchetto clima della Commissione von der Leyen e si inserisce nella strategia sulla biodiversità per il 2030. Tra i suoi punti c'è la previsione di obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri per il rispristino degli ecosistemi. I negoziati sulla proposta erano partiti all'insegna del dialogo. Ma, con il passare del tempo, anche la legge sulla natura ha risentito della frattura tra S&d e Popolari sui temi ambientali. Una frattura che ha visto più volte protagonista anche la maggioranza italiana, fortemente critica su alcuni aspetti del Fit for 55.
"Il Ppe pensa che per il futuro europeo si deve alleare con la destra più radicale" ma "la destra non è in grado di costruire l'Europa. Anzi vuole fermarne la costruzione", ha sottolineato il vice presidente della Commissione con delega al clima Frans Timmermans, in un'intervista a La Repubblica. E le sue parole non sono passate inosservate in Italia. "Le politiche di Timmermans confermano quanto questa Commissione sia distante anni luce dalla realtà e metta l'Europa in ginocchio", ha tuonato la delegazione della Lega all'Eurocamera. Ma a mettere nel mirino Timmermans non ci ha pensato solo la politica.
"Purtroppo abbiamo un commissario che sul tema della sostenibilità ha un approccio ideologico", ha sottolineato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi rimarcando la necessità che Bruxelles torni al suo disegno iniziale, quello della "neutralità tecnologica".
Del resto, a destra e nel Ppe la contrarietà ad alcuni punti del Green Deal viene spiegata come una posizione volta, innanzitutto, a tutelare imprese e cittadini di fronte ai costi della rivoluzione verde. "Servono migliaia di miliardi per la transizione ecologica, il problema è chi paga", ha osservato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti riproponendo il tema degli incentivi europei. Non a caso, la linea dell'Italia nel dibattito sul Patto di stabilità è quella di scorporare gli investimenti per il green e il digitale dal computo del debito. Linea che, tuttavia, tra i 27 appare al momento minoritaria.
Mercoledì, nel frattempo, la legge sulla natura rischia di deflagrare in una clamorosa bocciatura. Renew, cercando un'ultima mediazione, ha presentato una serie di emendamenti che di fatto ripropongono il testo, più morbido, approvato inizialmente dal Consiglio. La presidenza spagnola e, sotto traccia, anche Ursula von der Leyen, stanno tentando un'ultima moral suasion, soprattutto nei confronti del Ppe. Anche perché, come spiegato dalla Commissione, in caso di bocciatura la legge non sarà ripresentata. Il Green Deal rischia quindi di diventare monco prima di una campagna per le Europee che proprio sull'ambiente avrà uno dei suoi terreni di battaglia.
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