Cinque sono gli impegni presi da Starace a nome del settore elettrico. Primo, investire in soluzioni "pulite" e che aiutino la transizione, ridurre le emissioni e arrivare ad essere "neutrali" a livello di CO2 "ben prima" del 2050. Secondo, trasformare il sistema energetico per renderlo più reattivo e resistente, aumentando l'uso di rinnovabili e digitalizzazione.
Terzo, accelerare la transizione in altri settori economici offrendo soluzioni elettriche competitive come strumento di trasformazione di mobilità, riscaldamento, attività industriali e residenziali. Quarto, integrare la sostenibilità in tutte le parti della catena del valore e, infine, innovare per scoprire nuovi modelli di business e tecnologie di svolta indispensabili per consentire all'industria di guidare questa transizione.
Per raggiungere questi obiettivi, però, ha sottolineato l'ad di Enel, "avremo bisogno del sostegno dei decisori politici per creare un ambiente stabile per gli investimenti a lungo termine". Un obiettivo, questo, ha assicurato il vicepresidente della Commissione Ue, perseguito con i provvedimenti legislativi per l'Unione dell'energia. "Se vogliamo che l'accordo di Parigi abbia successo, dobbiamo cambiare marcia", ha riconosciuto Sefcovic, accogliendo "con favore la "visione chiara" di Eurelectric in quanto "il settore elettrico non è solo colpito da questi continui cambiamenti 'tettonici', ma è anche il loro pilota e facilitatore".
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