"Dal momento che Italia e Germania hanno trovato un'intesa comune sulla necessità di prendere misure e l'Italia ha fornito informazioni sulla campagna servizi avviata da Fiat nel 2016 sulla 500X 2.0L Diesel, la Commissione ha concluso il suo esercizio di mediazione il 14 marzo", ha sottolineato una portavoce della Commissione, ricordando i due incontri avvenuti a Bruxelles il 4 novembre e il 2 febbraio scorsi. Questo, però, ha avvertito, "non pregiudica il ruolo della Commissione come guardiana dei Trattati" per cui "se e quando la Commissione ha ragione di ritenere che la legislazione Ue non sia correttamente applicata, i Trattati Ue forniscono gli strumenti legali che consentono alla Commissione di assicurare il rispetto degli obblighi", ovvero tramite l'apertura di una procedura d'infrazione. Bruxelles, infatti, ha svolto il ruolo di mediatore nella disputa tra Germania e Italia, non di arbitrato, e questo ha riguardato non la conformità o meno dei modelli Fiat alle regole Ue ma solo le misure di rimedio che la Germania ha chiesto all'Italia, che ha omologato i modelli Fiat il cui livello di emissioni NOx è stato messo in questione dal ministero dei trasporti tedesco. "Il dissenso riguardava le azioni rimedio necessarie", mentre "la conformità vera e propria della Fiat 500X Diesel alle regole di omologazione Ue non è stato oggetto della procedura di mediazione", ha infatti precisato la portavoce, che ha sottolineato l'importanza che i 28 accelerino sull'adozione delle nuove norme di omologazione proposte da Bruxelles. In base alle attuali regole, spetta allo stato membro che ha omologato un modello auto portare rimedio in caso un altro stato membro contesti l'omologazione. Bruxelles può solo mediare, e così ha fatto su richiesta del ministero dei trasporti tedesco inoltrata lo scorso 2 settembre.
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