Per l'Unione europea questo voto implica una riduzione del 20% della CO2 entro il 2020 rispetto al 1990, un obiettivo gia' fissato dall'Ue con il pacchetto clima-energia, ma che rappresenta una tappa importante nell'ambito dei negoziati Onu per la lotta contro i cambiamenti climatici. La relatrice, Elisabetta Gardini (Fi), ricorda che a Kyoto 2 "alcuni dei Paesi più inquinatori non prendono parte, questo è il motivo per cui l'Ue dovrebbe usare ogni possibile strumento per arrivare ad un accordo internazionale adeguato a Parigi e non finire, come spesso accade, che rimanga sola ad adottare in pieno gli impegni". Firmato nel 1997 e ratificato dall'Ue nel 2002, il protocollo di Kyoto aveva fissato un limite annuale vincolante alle emissioni di gas serra per i firmatari - una riduzione dell'8% rispetto ai livelli del 1990 - per il periodo 2008-2012. Il secondo periodo di impegno, dal 2013 al 2020, e' stato concordato alla conferenza sul clima di Doha a dicembre del 2012 e serve a coprire il gap fino alla data in cui dovrebbe entrare in vigore l'accordo attualmente in fase di negoziazione, atteso dalla conferenza Onu di Parigi di quest'anno.
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