La nuova strategia, che parte dal lavoro svolto dal vecchio esecutivo sullo sfondo della crisi ucraina e che già aveva individuato le debolezze europee su sicurezza, infrastrutture, forniture, prezzi, competitività industriale e costi per le famiglie, sarà basato su cinque pilastri. Primo, la sicurezza delle forniture e la solidarietà europea, con diversificazioni di fonti, rotte e meccanismi di aiuto tra stati membri, reverse flow incluso. Poi il completamento del mercato interno, con la questione dei costi e dei prezzi energetici, sia quelli al dettaglio per i consumatori che per garantire la competitività dell'industria europea. Poi la realizzazione o il completamento di infrastrutture e interconnessioni, al centro del Piano Juncker. Inoltre ci sono le aree strategiche relative all'efficienza energetica, alla decarbonizzazione e al taglio delle emissioni, oltre al nuovo sistema degli Ets. Infine, la ricerca e innovazione nel settore energetico e climatico. La strategia verrà definita progressivamente nelle prossime settimane, e le discussioni continueranno sino all'ultimo.
Intanto mercoledì verrà fatto un primo giro di tavolo tra i commissari, mentre venerdì a Riga ne discuteranno i ministri dei 28 con i commissari Maros Sefcovic e Miguel Canete. Altro appuntamento chiave la riunione a Sofia lunedì 9 febbraio tra i paesi Ue 'orfani' di South Stream e i due commissari. La Bulgaria, la più colpita dallo stop russo al gasdotto, si è proposta come hub del gas per l'Europa centro-orientale.
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