L'avvocato generale Juliane Kokott consiglia alla Corte Ue di rispondere così al Consiglio di Stato italiano chiamato a pronunciarsi sul ricorso in appello proposto dal ministero dell'Ambiente contro tre sentenze del Tar della Toscana.
Confusione è stata creata da alcune traduzioni di una sentenza della Corte europea sulla Erg del 2010, che sembrerebbero attestare che, in circostanze eccezionali, la direttiva consentirebbe all'autorità competente di chiedere ai proprietari non responsabili di fare il ripristino. Ma tutte le altre versioni linguistiche della sentenza - si evidenzia - in particolare l'originale in francese, e la versione italiana vincolante, si esprimono nel senso della direttiva. Al centro della vicenda sono alcuni terreni del sito di interesse nazionale Massa Carrara, che presentano un elevato grado di inquinamento. I terreni erano stati di proprietà del Gruppo Montedison, poi acquistati dalle tre società Fipa Group, Tws Automation, e Ivan. La contaminazione non è stata causata dalle tre società, ma sembra piuttosto essere conseguenza di attività imputabili a Montedison.
L'amministrazione competente ha preteso da Fipa, Tws e Ivan, in qualità di proprietari dei fondi, l'attuazione di alcuni interventi di sicurezza d'emergenza. Ed ha disposto le stesse misure a Montedison. Il Tar Toscana - su ricorso delle tre società - ha revocato le misure.
Secondo l'avvocato generale, le cui conclusioni non sono vincolanti, nel caso sia impossibile individuare il responsabile dell'inquinamento, sarà l'amministrazione a provvedere al ripristino. I proprietari dovranno poi rimborsare la parte di valore acquisito dai terreni grazie all'intervento di bonifica.
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