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Destinati 53,7 miliardi ai Paesi terzi contro il Covid

Destinati 53,7 miliardi ai Paesi terzi contro il Covid

Lo dice la Comunicazione sulla salute adottata oggi in Commissione Ue

Bruxelles, 22 maggio 2024, 12:51

Redazione ANSA

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Destinati 53,7 miliardi ai Paesi terzi contro il Covid © ANSA/EPA

BRUXELLES - L'Ue ha messo in campo 53,7 miliardi di euro per aiutare i paesi partner a far fronte alla crisi del Covid, ha distribuito 190 milioni di attrezzature mediche e di protezione personale a paesi terzi e ha contribuito con 300 milioni di euro per il 2021-2025 all'alleanza per i vaccini Gavi. Sono alcune delle cifre che vengono ricordate dalla Commissione europea nell'ambito della Comunicazione sull'Unione europea della salute adottata oggi.

Sono stati donati oltre mezzo miliardo di vaccini contro il Covid-19 e oltre 5 miliardi di euro erogati tra sovvenzioni e prestiti tramite Covax, segnala ancora la Commissione Ue. Sono stati messi in campo 170 milioni di euro dal meccanismo di protezione civile dell'Ue e la capacità di risposta umanitaria europea per le epidemie tra il 2017 e il 2021. 1,9 miliardi di euro per la capacità di risposta di rescEu emergenze nell'Ue e altrove sono stati destinati 1,9 miliardi di euro.

Oltre 140.000 tonnellate di aiuti umanitari nel settore sanitario sono stati destinati all'Ucraina, per un valore di 60 milioni di euro e oltre 3000 pazienti ucraini sono stati evacuati negli ospedali di 22 paesi europei. Gli obiettivi dell'Unione sanitaria europea "si sono rapidamente trasformati in risultati tangibili", afferma la comunicazione.  "I nostri cittadini si aspettavano giustamente di più nel settore della salute, e noi stiamo realizzando la nostra visione e continueremo a sviluppare la nostra Unione sanitaria per i nostri cittadini nei prossimi anni", ha detto la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides.

"Durante la Commissione Von der Leyen, l'Ue si è riunita per fornire una risposta globale ed efficace alla più grande minaccia sanitaria dell'ultimo secolo: la pandemia di Covid-19 - sottolinea il vicepresidente Margaritis Schinas -. Facendo leva sulla solidarietà e sulla determinazione dimostrate durante la crisi, l'Ue ha costruito in parallelo un'Unione sanitaria europea forte e resiliente per tutti i suoi cittadini. La nostra Unione sanitaria continuerà a promuovere l'innovazione e la competitività europea nel settore sanitario, in modo che le esigenze dei pazienti siano pienamente soddisfatte contributo al miglioramento della salute delle persone in tutto il mondo".

L'esecutivo comunitario segnala tra l'altro i risultati raggiunti con l'Unione sanitaria europea: misure di sicurezza sanitaria più forti, per rispondere meglio alle crisi future; accesso paritario e tempestivo ai farmaci a prezzi accessibili per tutti i cittadini; un piano contro il cancro leader a livello mondiale; iniziative rivoluzionarie per digitalizzare l'assistenza sanitaria; azione globale per una migliore salute mentale; regole per aumentare la sicurezza dei pazienti e garantire la fornitura di medicinali; un approccio One Health per affrontare i principali rischi per la salute.

Nel caso di una nuova pandemia "è difficile dire se saremo totalmente pronti", ma "posso dire con certezza" che "dall'ultima pandemia noi abbiamo messo in atto, diversi enti e agenzie per cambiare il modo in cui noi affrontiamo queste emergenze, per essere il più preparati possibili. Solo il fatto che stiamo adesso esaminando la dimensione di preparazione e che conduciamo un monitoraggio ci offre la speranza che la prossima pandemia non ci trovi impreparati" ma con "una visione d'insieme di quello che succede" con "contromisure in atto e che possiamo utilizzare. In questo senso sì, l'Unione Europea ci ha messo in condizioni migliori di affrontare un'eventuale prossima pandemia", ha detto la commissaria Kyriakides alla stampa.

Sull'oblio oncologico "ci sono stati progressi significativi" nell'Unione europea. "Credo che solo il fatto che ora se ne parli a livello europeo abbia già apportato un cambiamento", ha aggiunto la commissaria rispondendo ai giornalisti. Prima che se ne parlasse nel Collegio della Commissione europea, ha aggiunto, "il diritto all'oblio era previsto soltanto da cinque Stati membri e proteggeva i diritti di coloro che hanno sofferto del cancro contro la discriminazione, adesso sono dodici i paesi membri ma ci sono altri 15 che non ce hanno. Quindi stiamo lavorando con tutti affinché si possano ottenere progressi il più rapidamente possibile".

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