L'installazione di cinque nuove stringhe di rivelatori e l'installazione di una struttura per erogare potenza elettrica e permettere le connessioni sottomarine sono stati possibili grazie al progetto Idmar, finanziato dalla Regione Sicilia per il potenziamento delle infrastrutture di ricerca marittima della regione. Le componenti, protette da una struttura sferica, sono state calate a 3.500 metri di profondità, ancorate al fondale e connesse alla stazione di terra, prima di essere dispiegate nella loro configurazione finale: operazioni che hanno richiesto una campagna marina durata una settimana. Una campagna che "ha dato una spettacolare dimostrazione degli eccellenti risultati conseguiti dalla collaborazione KM3NeT nello sviluppo di soluzioni idonee per imprese tecnologiche di tale portata", osserva Giacomo Cuttone, ricercatore dell'INFN e direttore scientifico del progetto Idmar.
"Grazie a questi risultati il Mar Mediterraneo, oltre a essere un ecosistema da difendere e da cui ripartire per la crescita sociale e industriale della Sicilia, dell'Italia e dell'Europa, diviene un grande laboratorio di ricerca per studiare i segreti dell'universo", osserva Simone Biagi, ricercatore dei Laboratori Nazionali del Sud dell'Infn e site manager per KM3NeT-Italia, che ha fatto parte della squadra che ha gestito l'operazione.
Le linee di misura sono state integrate presso i Laboratori Nazionali del Sud e le sezioni di Genova e Napoli dell'Infn, mentre i moduli ottici provengono dai siti di integrazione del programma che si trovano anche in Italia, a Catania e Napoli, i moduli di base sono stati realizzati nella sezione Infn di Bologna e le sezioni di Bari e Roma, con il gruppo collegato Infn di Salerno hanno contribuito alla realizzazione dei componenti elettronici e meccanici delle linee.
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