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Il 77% degli europei è a favore di legare i fondi Ue al rispetto dello stato di diritto

Il 77% degli europei è a favore di legare i fondi Ue al rispetto dello stato di diritto

Sondaggio dell'Europarlamento, cittadini chiedono anche bilancio più ampio

20 ottobre 2020, 12:55

Redazione ANSA

ANSACheck

Il 77% degli europei è a favore di legare i fondi Ue al rispetto dello stato di diritto © ANSA/EPA

BRUXELLES - La maggioranza dei cittadini dell'Unione europea sostiene che ci sia bisogno di un bilancio Ue più ampio per superare la pandemia. Le priorità sono salute pubblica, ripresa e cambiamento climatico. In un recente sondaggio commissionato dal Parlamento europeo e condotto all'inizio di ottobre 2020, quasi otto intervistati su dieci (77%, in Italia l'81%) sostengono che l'Ue dovrebbe fornire fondi ai Paesi Ue solo a condizione che il governo nazionale rispetti lo stato di diritto e i principi democratici. Almeno sette intervistati su dieci concordano con questa affermazione in 26 Paesi dell'Unione.

La maggioranza assoluta degli europei continua a chiedere un bilancio più ampio per combattere la crisi covid-19. Il 54% degli intervistati ritiene inoltre che l'Ue dovrebbe disporre di maggiori mezzi finanziari per poter affrontare le conseguenze della pandemia di coronavirus. In 20 Paesi Ue, la maggioranza degli intervistati è d'accordo con questa affermazione, in 14 Paesi, la maggioranza assoluta degli intervistati è a favore di un bilancio Ue più ampio. In Italia, si è espresso a favore il 64% degli intervistati.

Il tema della condizionalità sullo stato di diritto è centrale nelle trattative in corso tra il Parlamento europeo, che non arretra su questo punto, ed il Consiglio. Il negoziato è incentrato sul Quadro finanziario pluriennale (Qfp) ed il Recovery fund. La presidenza tedesca del Consiglio ha lanciato una proposta sul meccanismo che legherà i fondi europei al rispetto dello Stato di diritto ma a fare fronte comune contro questa proposta si sono schierati i cosiddetti paesi del fronte Visegrad, capeggiati da Ungheria e Polonia, già nel mirino di Bruxelles per il mancato rispetto del rule of law. 

Alla domanda su quali siano i settori politici per cui tale bilancio Ue più ampio dovrebbe essere speso, più della metà degli intervistati (54%) afferma che la salute pubblica dovrebbe essere una priorità (55% per l'Italia), seguita dalla ripresa economica e da nuove opportunità per le imprese (42%), dal cambiamento climatico e dalla protezione dell'ambiente (37%), e dall'occupazione e dagli affari sociali (35%). A livello europeo, il cambiamento climatico e l'ambiente hanno sostituito l'occupazione tra le 3 principali priorità di spesa rispetto all'ultima indagine condotta a giugno 2020. La grande maggioranza dei cittadini teme un impatto diretto della crisi sulla propria situazione finanziaria.

Un chiaro indicatore dell'importanza di dover prendere al più presto le decisioni necessarie sul fondo di ripresa e il bilancio a lungo termine (Quadro Finanziario Pluriennale - QFP) è la situazione finanziaria preoccupante dei cittadini europei dall'inizio della pandemia: un'ampia maggioranza dei cittadini teme un impatto diretto sulla propria situazione, o lo ha già sofferto. Il 39% degli intervistati afferma che la crisi COVID-19 ha già avuto un impatto sul loro reddito personale, mentre un ulteriore 27% si aspetta un tale scenario in futuro. Solo il 27% degli intervistati non si aspetta nessun impatto sul proprio reddito. Mentre, in 20 Paesi la maggior parte degli intervistati afferma che la crisi ha già avuto un impatto sulla loro situazione finanziaria. In Italia, il 46% ha già avvertito l'impatto della crisi, mentre il 30% si aspetta che ciò succeda in futuro. Infine due terzi degli intervistati (66%) concordano sul fatto che l'Ue dovrebbe avere maggiori competenze per affrontare crisi come la pandemia di coronavirus. Solo un quarto (25%) non è d'accordo con questa affermazione. Questi risultati sono coerenti con i risultati dei precedenti sondaggi condotti dal Parlamento europeo ad aprile e giugno 2020. In Italia, infatti, il numero dei favorevoli a maggiori competenze per l'Ue è lo stesso del sondaggio di giugno, e cioè il 78%.

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