"Rispettiamo pienamente il diritto dell'Irlanda di agire per la protezione della salute dei suoi cittadini", dichiara il direttore di Spirits Europe Ulrich Adam, ma "le barriere al commercio devono essere proporzionate e giustificate", e rispetto all'etichetta proposta da Dublino "esistono chiaramente altre opzioni idonee e meno restrittive".
La misura irlandese è "incompatibile con il mercato interno", rincara la dose il Comitato europeo delle imprese del vino, invitando la Commissione europea a "lavorare per definire un quadro normativo armonizzato e scientificamente appropriato".
Questione su cui, ha specificato il segretario Ceev Ignacio Sánchez Recarte, "siamo pronti a collaborare".
"Circa la metà degli Stati membri hanno espresso riserve sulle mosse dell'Irlanda e altri paesi lo stanno facendo tramite il Wto - è la posizione di Brewers of Europe - è ora che la Commissione si assuma le proprie responsabilità, prenda sul serio queste denunce e difenda il diritto dell'Ue".
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