Il nuovo approccio, però, implica che le amministrazioni nazionali si assumano più responsabilità proponendo piani strategici da concordare con Bruxelles per stabilire come intendono raggiungere obiettivi su ambiente, clima e sostenibilità stabiliti a livello Ue. Nel suo documento, la Commissione evita ogni riferimento ai fondi Pac per il prossimo periodo finanziario in quanto il dibattito comincerà a maggio 2018. A giugno l'esecutivo intende infatti pubblicare una proposta vera e propria di riforma della Pac.
I piani nazionali implicano la costruzione di un intervento ambientale della Pac totalmente rinnovato, con la rinuncia ai 'pagamenti verdi' obbligatori, il cosiddetto 'greening', molto criticato sia dagli agricoltori che dalle associazioni ambientaliste perché complesso e inefficace. Novità importante per l'Italia è il ruolo che la Commissione intende dare alla Pac per l'integrazione dei migranti e la cooperazione allo sviluppo, per "affrontare le cause delle migrazioni".
Le altre proposte cui accenna la Commissione sono l'evoluzione di politiche già esistenti. Tra queste, il tetto obbligatorio agli aiuti alle grandi aziende e altri strumenti per una distribuzione più equa dei pagamenti diretti, la convergenza del valore degli aiuti tra vecchi e nuovi stati membri, l'azione della Pac come cerniera tra ricerca e innovazione in agricoltura, il miglioramento dell'offerta sulla gestione dei rischi economici e climatici per le aziende agricole. E, infine, l'aumento della qualità della vita nelle aree rurali anche attraverso le opportunità offerte dalle tecnologia e dalla bioeconomia.
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