Olanda e Regno Unito stanno già applicando le misure per contrastare la diffusione del virus: vanno dall'abbattimento del pollame nell'azienda interessata all'istituzione di zone di protezione e di sorveglianza, dall'introduzione di misure sanitarie (pulizia e disinfezione) al divieto di vendere pollame vivo, uova, carne di pollame e altri prodotti avicoli ad altri Stati membri e a Paesi terzi fino all'abbattimento dei volatili nelle zone soggette a restrizioni. La Commissione europea ha accolto con favore la decisione delle autorità olandesi di applicare restrizione supplementari a quelle previste dalla direttiva europea del 2005, considerando l'alta densità degli allevamenti nel Paese che conta oltre 90 milioni di volatili. L'Aja ha infatti deciso, già domenica 16 novembre, un blocco totale dei movimenti di pollame, uova e letame provenienti da aziende agricole in tutta l'Olanda per poter valutare meglio la situazione.
Sia l'Olanda che il Regno Unito - rende noto l'Esecutivo Ue - stanno aggiornano costantemente le misure di lotta al virus per tener conto della situazione sul terreno. Quanto alla Commissione Ue è in stretto contatto con le autorità dei due Paesi per essere aggiornata sulla situazione e sulle misure adottate.
Indagini epidemiologiche sono in corso per identificare la possibile fonte di virus. "Il fatto - sottolinea Bruxelles - che i tre recenti focolai in Germania, Olanda e Regno Unito si siano verificati in prossimità di zone umide con la presenza di uccelli selvatici, e l'assenza di ogni altra possibile correlazione epidemiologica, fa pensare che la causa sia da ricercare negli uccelli migratori selvatici. Una specie di cigni selvatici potrebbe essere portatrice del virus senza mostrare segni di malattia". Gli Stati membri interessati stanno valutando i loro dati di sorveglianza degli uccelli selvatici, potenziandone il monitoraggio.
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