MILANO - Sull'Etna si lavora con gli elementi primordiali: la terra, il fuoco, l'acqua, l'aria. Quando Tasca d'Almerita, dieci anni or sono, ha deciso di puntare sul versante Nord Est del vulcano, quello non esposto al mare, ha tenuto subito presente questo assunto, assecondando il territorio, scoprendone le profonde differenze anche a distanza di poche centinaia di metri. E addirittura nello stesso filare, perchè le inclinazioni dei terrazzamenti, tutti ripresi con muretti a secco da abili artigiani custodi di un arte antica, incidono sul diverso grado di irrigazione.
"Qui l'unico intervento possibile è quello dell'uomo", ha spiegato Alberto Tasca d'Almerita presentando a Milano, in occasione della Milano Wine Week, il Progetto 'Tascante' (un gioco enigmistico...): vigne immerse nei boschi di castagni e rovere, un territorio famoso per la sua energia. Quasi 200 muretti a secco, oltre 100 terrazzamenti, 7 ettari di castagni, 355 piante di ulivo, si intrecciano nelle contrade Pianodario, Sciaranuova, Rampante e Grasà. A partire dall'annata 2016, i vini Tascante portano il marchio DOC Etna, e sono prodotti nella cantina del vigneto in Contrada Rampante, a Passopisciaro. A Milano Alberto Tasca d'Almerita ha portato l'annata 2016, la prima delle singole contrade delle tenute Pianodario, Rampante, Sciaranuova e Sciaranuova VV (vigna vecchia), tutti Nerello Mascalese al 100%, vitigno autoctono delle pendici dell'Etna, coltivato a spalliera a distanza di pochi ettari ma ciascuno con grande personalità e spiccata individualità.
"Sull'Etna ogni contrada ha caratteristiche specifiche - ha spiegato -: altitudine, composizione del suolo, esposizione, tipologia e morfologia delle lingue di lava disegnano 4 quadri diversi l'uno dall'altro. Ma quello che probabilmente le differenzia e le distingue maggiormente sono le caratteristiche geologiche-temporali. Dalle più recenti colate del 1646, 1879, 1911 e l'ultima in prossimità di Randazzo del 1981, si passa a formazioni più antiche, la maggior parte delle quali va dal 122 a.C. fino a 15.000 anni fa". A Milano dunque in degustazione i vini delle contrade Rampante, Pianodario e Sciaranuova, tutti vigneti impiantati circa 10 anni or sono. L'attesa è valsa la pena per la complessità, l'equilibrio, la persistenza di vini difficili da addomesticare e per questo meno rotondi ma più 'croccanti' come li ha definiti lo stesso Alberto Tasca. Addirittura una spanna sopra gli altri lo Sciaranuova VV, da vigne impiantate nel 1961, affinato, come gli altri, in botti di rovere di Slavonia per 12 mesi. Da ogni contrada una resa di 4-5000 bottiglie per palati raffinati, consigliate per gustarle con cibi anche robusti.