FIRENZE - Negli ultimi 10 anni l'export del vino italiano è cresciuto del 69% in valore, per un incremento pari a 459 milioni di bottiglie in più. Lo rileva il libro 'Wine Marketing - Scenari, mercati internazionali e competitività del vino italiano' a cura di Nomisma Wine Monitor, e con il supporto di Business strategies, presentato a Firenze. Il nuovo volume giunge a dieci dalla prima edizione e vuol essere uno strumento per gli operatori del settore nella comprensione delle dinamiche e delle tendenze dei mercati esteri.
La performance italiana nell'ultimo decennio, spiega una nota, è superiore a quanto messo a segno dai vini francesi nello stesso periodo (+33%) ma inferiore a quelli neozelandesi (+160%). Nello stesso periodo si è assistito a una riduzione delle esportazioni di vino sfuso (-15% a volumi) e a un vero e proprio boom dei consumi di spumanti nel mondo, con la contestuale 'esplosione' delle esportazioni italiane, in particolare di Prosecco. "Grazie ad una crescita del 240%, oggi l'Italia contribuisce al 23% di tutto l'export mondiale in valore degli spumanti, contro un peso di appena il 10% detenuto nel 2007" evidenzia Denis Pantini, responsabile Nomisma wine monitor e curatore del volume. Rispetto a dieci anni fa i vini rossi fermi, che rappresentano il 40% dell'export italiano, hanno registrato una crescita del + 56% di vendite all'estero.
Tra i mercati più promettenti, sottolinea il ceo di Business strategies Silvana Ballotta, c'è quello cinese, che presenta "forti potenzialità di crescita" derivanti anche dal fatto che nei prossimi cinque anni, secondo previsioni Fmi, il reddito medio pro-capite in Cina dovrebbe aumentare del 50%.(ANSA).