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Nel vino rimonta francese negli Usa, è testa a testa con Italia

Business Strategies,serve cambio marcia su promozione made Italy

Redazione ANSA ROMA

 "Gli Stati Uniti non sono assolutamente un mercato maturo per il vino. La Francia lo sta dimostrando, l'Italia purtroppo no. Mentre i nostri strumenti di promozione vanno a rilento affossati da burocrazie e incertezze, quelli transalpini - che sulla carta sarebbero gli stessi - funzionano benissimo e il risultato è che dopo 16 anni i francesi ci hanno agganciato nel primo mercato al mondo, recuperando in 8 mesi oltre 130 milioni di euro". Lo ha detto la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta, commentando le ultime rilevazioni sull'export del vino italiano.

Secondo l'Osservatorio Paesi terzi a cura di Business Strategies "è ormai testa a testa tra Italia e Francia sul mercato statunitense, con uno scarto che si è assottigliato sempre più e che ora è di appena 8 milioni di euro su valori che superano il miliardo. Dalle elaborazioni sui primi 8 mesi del 2017 (fonte dogane) il Belpaese chiude infatti con un valore di 1,099 miliardi con i francesi a 1,091 miliardi di euro, con quote di mercato rispettivamente del 31,5% e 31,3%. Il dato - evidenzia l'Osservatorio - è il risultato di un boom di vendite transalpine nel periodo considerato (+18,9%) e allo stesso tempo di un incremento debole rispetto al mercato del prodotto made in Italy (+4%), che equivale alla metà della crescita media delle importazioni di vino negli Usa (+8,6%) e a 1/4 rispetto al risultato francese. E se in volume la domanda di vino italiano si conferma quasi doppia, il principale competitor risponde con la stessa proporzione sul fronte del valore, con prezzo medio fissato a 9,7 euro al litro, contro i 4,9 euro dei vini italici.

"Quest'anno la domanda di vino è in grande crescita ma noi ne approfittiamo meno di tutti i principali paesi produttori - ha aggiunto Silvana Ballotta -. Serve - ha concluso - un cambio di marcia sui tempi e sulle modalità di gestione degli strumenti promozionali, perché le quote perdute sono difficili da recuperare".

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