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Vinitaly: da Ribolla a Cirò, vini autoctoni dominano nel 2022

Analisi della Coldiretti, in Italia crescono 15 etichette

Redazione ANSA VERONA
(ANSA) - VERONA, 04 APR - Dalla Ribolla del Friuli Venezia Giulia al Cirò della Calabria, dal Grillo di Sicilia al Nebbiolo del Piemonte, sono i vini autoctoni ad aumentare di più le vendite nel 2022. Il dato emerge dall'analisi Coldiretti, che nel proprio stand al Vinitaly ha esposto le bottiglie dei 15 vini che in Italia sono cresciuti maggiormente nei consumi, sulla base dei dati Circana che, afferma l'associazione "evidenziano la svolta patriottica nel bicchiere", in controtendenza rispetto all'andamento complessivo delle vendite che nell'ultimo anno fanno segnare in media un -1,8% in valore.

La Ribolla si piazza al primo posto con una crescita del +12,2% in valore, il Muller Thurgau del Trentino Alto Adige segue con +10%, terzo il Vermentino di Sardegna, Toscana e Liguria che segna un +9,9%. A seguire, trainano la crescita del valore dei consumi il Grillo di Sicilia (+5,4%), il Valpolicella Ripasso del Veneto (+4,1%), la Vernaccia della Toscana (+3,3%), il Pinot nero che - evidenzia Coldiretti - è l'unico vitigno internazionale entrato in classifica con il +3,3%, seguito dall'Orvieto di Umbria e Lazio (+3,1%), dall'Aglianico di Basilicata, Campania, Puglia e Molise (+2,9%), dall'Ortrugo di Emilia Romagna e Lombardia (+2,4%). Nella parte bassa della classifica dei "magnifici 15", ma sempre in crescita, ci sono il Nebbiolo di Piemonte e Lombardia (+2,2%), il Sagrantino dell'Umbria (+2,1%), il Soave del Veneto (+1,7%), il Negroamaro di Puglia (+1,1%) e il Cirò di Calabria (+1%).

"Il futuro dell'agricoltura italiana ed europea - afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione. Il vino è un patrimonio del Made in Italy che va valorizzato e difeso anche a livello internazionale contro allarmismi e campagne di paura che non hanno senso se si opta per un consumo responsabile e di qualità". (ANSA).

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