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Pescagri-Cia, sviluppare l'acquacoltura nel lago di Garda

Ripopolamento delle specie ittiche in difficoltà è strategico

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 12 MAG - Recuperare il patrimonio ittico del lago di Garda attraverso lo sviluppo delle potenzialità dell'acquacoltura grazie ai fondi Ue attraverso il ripopolamento delle specie in difficoltà. Questo l'obiettivo della Cia-Agricoltori Italiani illustrato nel convegno "Stato dell'arte e progetti futuri" realizzato nell'ambito del progetto "PescAgri che vogliamo!" finanziato dal Masaf, che ha fatto il punto sulla situazione ittica del lago di Garda. L'appuntamento è l'ultimo di una serie di eventi sul territorio nazionale organizzati da PescAgri, l'associazione dei pescatori Italiani, promossa da Cia per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione dell'acquacoltura.

Secondo PescAgri-Cia, uno degli aspetti caratterizzanti di questa importante area lacustre è la sua biodiversità, legata all'ittiofauna in continua evoluzione. I cambiamenti antropici e climatici, che negli ultimi anni hanno impattato sul Lago di Garda (aumento della temperatura, carenza idrica, modificazioni della composizione vegetale spondale) - insieme all'introduzione di specie alloctone fortemente impattanti come il pesce siluro - hanno reso la vita sempre meno idonea a molte delle specie ittiche, che non riescono più a riprodursi. "Oggi i pesci più pregiati (carpione, trota lacustre e anguilla) - ricorda il capitano Paolo Pignalosa, senior fisheries expert - sono quasi scomparsi, bisogna, dunque, attivare ogni azione possibile per la salvaguardia e l'incremento delle specie autoctone -, se negli anni '70 i valori di pescato si aggiravano sulle circa 600 tonnellate del 1970, gli ultimi dati registravano una produzione quasi dimezzata, con un valore complessivo di circa 3-4 milioni di euro" . Per il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, l'obiettivo non riguarda solo il lago di Garda: bisogna "aumentare l'autosufficienza alimentare, utilizzando meglio i fondi Ue per sviluppare l'allevamento ittico sostenibile e renderlo competitivo così da ridurre le importazioni di pesce dall'estero che coprono l'80% della domanda dei consumatori italiani. Va rilanciata l'acquacoltura di lago, d'acqua dolce sui fiumi, nelle zone umide d'acqua dolce e salmastra (si pensi alle lagune), e quella di acqua salata". (ANSA).

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