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Ricerca e innovazione tappe obbligate per l'ortofrutta

Gli imprenditori, intercettare nuovi trend ferma calo dei consumi

Redazione ANSA ROMA

 - Dare al consumatore quello che desidera, un prodotto di alta qualità e buono, una sfida non impossibile, ma occorre accelerare su ricerca e innovazione per recuperare spazi di mercato, lavorando sulla pianificazione e come sistema. E' il messaggio del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a Macfrut, condiviso dai principali player del settore che l'organizzazione agricola ha chiamato a Rimini per un momento di confronto ad ampio respiro sul comparto ortofrutta.

"Occorre intercettare velocemente nuove tendenze e trovare una grande strategia comune, facendo attenzione anche ai prezzi - rileva l'amministratore delegato di Coop Italia, Maura Latini - i consumi sono già modificati: tengono bene i prodotti più innovativi, che addirittura crescono nelle vendite". I consumi delle famiglie sono calati in quantità rispetto al 2021 dell'1,7% per la frutta e del 5,2% per gli ortaggi.

"Sul fronte dei mercati, nel 2022 l'export ha tenuto, ma importiamo più di quanto esportiamo - spiega il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi - abbiamo perso competitività ma siamo ancora leader per mele, uva da tavola, kiwi, pesche nettarine e non è un caso perché sono più adatti al trasporto e perché hanno avuto più innovazione; dobbiamo puntare sulla distintività, perché il prodotto di massa ci vede perdenti anche rispetto ai paesi con costi più bassi".

"ll nostro è un tessuto fatto di imprese piccole e piccolissime che vivono questa situazione in difficoltà - aggiunge il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini - per far emergere il ruolo dell'Italia dobbiamo lavorare per aumentare la produzione ma anche per avere una logistica migliore". Secondo il presidente di Italia Ortofrutta, Gennaro Velardo, "anche sulla comunicazione dobbiamo fare attenzione a non dare messaggi fuorvianti, ma lavorare in modo coordinato".

Che si tratti della crisi più complessa degli ultimi tre decenni ne è convinto il presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini, "clima, manodopera, accesso al credito sono le voci su cui sono necessarie misure d'urto, programmi e progetti che ci mettano nelle condizioni di reagire. Poi sicuramente noi non ci salveremo senza ricerca". (ANSA).

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