ROMA - Un vaccino naturale per aiutare le piante a difendersi dalla botrite, fungo killer di viti ma anche di fagioli, lattuga, broccoli e piccoli frutti, che potrebbe aprire la strada per sconfiggere anche la cimice asiatica. A metterlo a punto è il Crea con il suo Centro di Ricerca per la Viticoltura e l'Enologia nell'ambito del progetto Bioprime finanziato dal Mipaaf. Basti pensare che la botrite alla sola viticoltura europea costa oltre 100 milioni di euro, causando ingentissimi danni soprattutto nel post raccolta per la produzione di vini molto pregiati come Passito e Amarone.
"La botrite è stato un modo di provare la validità del metodo", affermano i ricercatori del Crea, Walter Chitarra e Luca Nerva che hanno coordinato lo studio, "visti i risultati lo stiamo per applicare contro la cimice asiatica e il mal dell'esca insieme all'Università di Padova. Per ora abbiamo effettuato un primo test con cimici allevate su piante di pomodoro e i risultati sono molto promettenti. La mortalità degli insetti sulle piante vaccinate era quasi il doppio rispetto alle altre; entro l'estate contiamo di completare questo lavoro ed iniziare le sperimentazioni sul mal dell'esca".
Il vaccino, spiega il Crea, è prodotto in laboratorio attraverso la fermentazione batterica della molecola Rna presente in ogni organismo vivente; una volta applicata alla pianta malata si comporta come gli anticorpi degli animali, bloccandone la crescita. Sperimentato su piante di vite in vaso di 6 anni in ambiente semi-naturale, il vaccino è stato valutato efficacia sia in pre che in post-raccolta su 72 piante in totale. I grappoli non trattati hanno avuto danni per oltre l'80% di acini con botrite, contro meno del 5% per quelli vaccinati. Si tratta di un metodo sostenibile, in grado di agire solo su un singolo patogeno senza intaccare tutti gli altri microorganismi associati alla pianta.