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Al Sud la campagna del pomodoro parte in ritardo a causa del clima

Gardini (Conserve Italia), al meridione la raccolta è ancora manuale

Redazione ANSA BARI

BARI - La campagna di trasformazione del pomodoro 2019 è partita in ritardo di circa 10 giorni al Sud per via dei cambiamenti climatici e sarà sicuramente più lunga del solito, fino ad arrivare a tutto il mese di settembre e in parte di ottobre.

"Come sarà il raccolto potremmo capirlo solo a settembre, un mese che sarà decisivo per la produzione e per la qualità. Gli ettari ci sono, i contratti anche, ma nessuno può ad oggi prevedere quanto prodotto sarà raccolto". Lo ha detto Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia, oggi in Puglia per una conferenza stampa svoltasi allo stabilimento Cirio di Mesagne, nel brindisino, il secondo più importante della regione per estensione e per pomodoro lavorato, con una capacità produttiva di 60mila tonnellate.

"La filiera del pomodoro da industria, il cui giro di affari è superiore ai 3 miliardi di euro, è una delle più importanti per il comparto agroalimentare", ha proseguito il presidente del consorzio bolognese, uno dei primi player italiani e mondiali di pomodoro con una media di 400.000 tonnellate lavorate. "Se in tutto il bacino del nord Italia la raccolta del pomodoro avviene esclusivamente ormai in maniera meccanizzata - ha osservato Gardini - al Sud è ancora diffusa la raccolta manuale, anche se è crescente l'impegno delle aziende a ridurne la pratica. Per quanto riguarda Conserve Italia, solo una percentuale pari al 2% di tutto il pomodoro lavorato è ancora raccolta manualmente, in particolare in quei terreni sassosi in cui non è possibile azionare le macchine oppure in quelle aziende agricole che dispongono di numerosi operai regolarmente assunti per la raccolta di altre produzioni".

In tema di legalità, il presidente ha evidenziato come ai soci e a tutti i fornitori del Sud Conserve Italia "chiede il rispetto rigoroso di determinati impegni e l'adozione delle migliori pratiche in termini di sicurezza sui luoghi di lavoro, salute e welfare, nonché il rispetto dei contratti e dei salari, al fine di scongiurare il verificarsi di casi di sfruttamento della manodopera tra le aziende che raccolgono pomodoro".

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