Serrande abbassate dal 1° marzo: ma Filippo La Mantia, al Mercato Centrale di Milano, conta di aprire appena possibile e assicura che si tratta di una "riorganizzazione temporanea".
Alle origini di tutto, difficoltà nel reperire e strutturare il personale, problema ben noto all'imprenditoria del settore ristorativo e ricettivo lombardo, acuito nella metropoli come nelle aree di confine. Se a scoraggiare l'arrivo di camerieri e cuochi di brigata sono soprattutto gli alti costi della vita milanese, in primis l'affitto di casa, nelle zone confinarie è insostenibile la concorrenza con gli stipendi, molto più allettanti, del vicino Canton Ticino che è paradossalmente alle prese con lo stesso problema.
In ogni caso, tra dieci giorni la serranda del ristorante dello chef palermitano con un passato da fotoreporter resterà chiusa: ancorchè temporaneamente, si tratta di una perdita pesante per la città, che aveva subito bene accolto la sua cucina schiettamente siciliana. Una cucina di "oste e cuoco" come amava definirsi e come aveva denominato la prima insegna milanese, la cui avventura si era chiusa in piena pandemia, nel dicembre 2020. Anche in quel caso non fu un addio, ma un "arrivederci a presto" come scrisse in bacheca. L'augurio di tutti è che anche questa parentesi di assenza all'hub creato dall'imprenditore Umberto Montano alla Stazione Centrale possa durare il meno possibile. La Mantia negli anni del Covid ha cucinato all'Ospedale Niguarda e, nel 2021, gli è stato conferito un Ambrogino d'oro.
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