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Agnoletti (Unesco), l'acqua non mancherà ma sarà più salata

Per il futuro sviluppare una rete di dissalatori lungo le coste

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA - "La siccità resterà all'ordine del giorno per anni, soprattutto nelle regioni del mondo che non sono abituate a questo problema. Ma nel mondo l'acqua non manca.

Esistono poi da secoli colture agricole che funzionano senza irrigazione". Lo dichiara Mauro Agnoletti, professore dell'Università di Firenze e titolare della cattedra Unesco in Agricultural Heritage appena istituita, alla vigilia della nascita dell'Associazione dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico che sarà costituita domani, 13 luglio, presso il ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali.

Agnoletti aggiunge che "nel mondo non manca l'acqua" e specifica che "dai dati prodotti da diverse fonti si evince che circa il 95% è negli oceani e solo il 2,5% è acqua dolce. E aggiunge "secondo lo Us geological survey, il 79% dell'acqua dolce è nei ghiacciai e il 20% è confinato nel sottosuolo. Del rimanente 1% il 20,9% è nei laghi e solo lo 0,49% nei fiumi. Agnoletti precisa che "è da queste due limitatissime fonti che ricaviamo l'acqua dolce che usiamo. Il 70% - chiarisce - viene utilizzata per l'agricoltura, con l'irrigazione di vigneti, oliveti, frutteti e granoturco, mentre il 22% serve all'industria e l'8% per i consumi domestici". Secondo l'esperto "in Italia e nel mondo abbiamo sistemi agricoli che funzionano senza irrigazione e agricolture che impiegano grandi quantità di acqua per massimizzare le produzioni unitarie. Da qui la crisi, che in Italia accade infatti soprattutto nelle aree del Paese dove l'agricoltura impiega molta acqua". "Guardando al futuro - continua - considerando che la penisola è bagnata per tre lati dal mare, un progetto utile al Paese, perfetto per un Pnrr.

sarebbe quello di costruire una rete di dissalatori lungo le coste, per alimentare le aree interne", tenendo presente rileva che " le distanze da percorrere non sono come quelle degli oleodotti e dei gasdotti con cui importiamo gas dai Paesi dell'est Europa". E conclude: "avremmo tutta l'acqua che ci serve anche se certo non agli stessi prezzi a cui siamo abituati a pagarla". (ANSA).

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