BolognaFiere inaugura la 34esima edizione di Sana, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, che fino all'11 settembre ospiterà 700 espositori su 6 padiglioni e oltre 150 buyer da 30 Paesi del mondo. Un'edizione che guarda soprattutto alla sostenibilità e alle nuove tecnologie, ad esempio con SanaTech, la rassegna internazionale della filiera produttiva del biologico e del naturale che si dedica tra le altre cose al contributo dell'intelligenza artificiale all'agricoltura a fronte della crisi idrica.
Quella del 2022 è un'edizione che torna in presenza, registrando il boom del biologico in Italia dell'ultimo periodo, con un exploit soprattutto dell'export che arriva al 6% per l'agroalimentare e all'8% per quanto riguarda il vino, ma anche con una grande crescita dei consumi fuori casa, dei mercatini e dei discount. A sottolineare l'importante ruolo del bio nella lotta al cambiamento climatico è il presidente di BolognaFiere Gianpiero Calzolari, secondo cui la crisi climatica è "qualcosa di vero e oggettivo con cui fare i conti e in questa nuova attenzione all'ambiente, il bio rappresenta un'avanguardia".
Una grande opportunità anche a fronte della crisi energetica.
"L'agricoltura biologica - sottolinea Coldiretti - consente di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l'utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l'uso di gas, tanto che i terreni coltivati a bio in Italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari in Italia, il massimo di sempre".
Tra i tanti eventi e workshop, in programma nel corso della kermesse - alla cui apertura hanno preso parte anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e il sindaco di Bologna, Matteo Lepore - spiccano gli Stati Generali del bio, l'8 e il 9 settembre, con rapporti e analisi sui numeri e sui dati del biologico in Italia.
"L'impennata dei costi delle materie prime e dell'energia e l'inflazione, schizzata a +8,4% rafforza l'urgenza di accelerare e vincere la sfida per la transizione verde con la produzione agricola biologica quale strada maestra da percorrere per la vera sostenibilità. Serve, per questo, un programma che tuteli il bio dalla crisi economica, nei campi e sullo scaffale". A dirlo è Cia-Agricoltori Italiani nella mattinata di apertura, a Bologna, di Sana 2022 e in vista dei tanti appuntamenti dell'organizzazione in fiera fino all'11 settembre. "Ora - sottolinea Cia - il ruolo del biologico si fa sempre più dirimente e interpreta, prima che un'ambizione, un modello comprovato e verso cui tendere nella lotta ai cambiamenti climatici, visti gli oltre 3 miliardi di danni causati dall'ultima siccità, e per garantire la sicurezza alimentare globale con il 2023 a rischio carestia stando ai 46 milioni di persone in più nella fame, durante gli ultimi due anni, e ai nuovi 200 milioni in difficoltà da inizio pandemia a oggi. Il biologico, difronte a tutto ciò, ha già dimostrato- specifica l'organizzazione agricola- di poter contribuire alla svolta e con prove tangibili quasi tutte italiane". Il nostro Paese - rileva Cia - vanta la più alta percentuale di superfici bio sul totale, con oltre 2 milioni di ettari, il 16% rispetto al 10% di Spagna e Germania, al 9% della Francia. Ma soprattutto- aggiunge l'organizzazione- il comparto cattura Co2 per eccellenza, vede l'Italia del bio crescere a ritmi importanti (superfici e imprese bio a +40% negli ultimi 5 anni) e tali da far prevedere il raggiungimento dei 3 milioni di ettari entro il 2030, centrando così il target del Green Deal Ue del 25% di superfici a bio, raggiunto già da Calabria, Sicilia, Toscana e Lazio. Il mercato del biologico Made in Italy vale- conclude Cia- quasi 5 miliardi di euro.