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Bocuse d'Or, team italo-parigino per conquistare finale

Chef pugliese affiancato da colleghi in ristorante Ville Lumiere

(di Renato Botto) ALBA (CUNEO)

ALBA (CUNEO) - Con un team molto 'parigino' l'Italia vuole scalare i vertici del Bocuse d'Or, il concorso di cucina più rinomato al mondo che quest'anno sceglierà a Torino, l'11 e 12 giugno, i dieci europei da mandare alla finale del 2019 a Lione. Martino Ruggieri, trentaduenne di Martina Franca (Taranto), attuale chef adjont al pluristellato Pavillon Lodoyen di Parigi, sarà affiancato da due colleghi di lavoro nel locale della Ville Lumiere, il francese Francois Poulain, nel ruolo del coach, e il belga Curtis Clement Mulpas, nelle vesti commis di cucina. A completare il team Italia sonno Giancarlo Perbellini, del ristorante Casa Perbellini, che fungerà da presidente, e Luciano Tona, direttore dell'Accademia Bocuse d'Or Italia.

Dal 3 aprile il team si allenerà ad Alba, la 'capitale' delle Langhe, dove oggi è stato presentato alla stampa. Al primo piano del Palazzo Congressi, chiuso al pubblico, è stato montato il box di cucina con le identiche dimensioni di quello che sarà allestito alla finale di giugno quando l'Italia dovrà conquistare uno dei 10 posti per Lione in palio tra 20 venti squadre europee. "Alba è destinata a ospitare- è stato ricordato - la 'Coverciano della cucina'. E nella vicina Roddi ha già sede l'Accademia Bocuse d'Or Italia", guidata da Enrico Crippa, chef del 3 stelle Michelin 'Piazza Duomo'.

"Preparerò qualcosa che rappresenti appieno l'Italia - ha detto lo chef Ruggieri - lavoro a Parigi e conosco bene le grandi tecniche della cucina francese, cercherò di tenerne conto senza però prendere ispirazioni da altri Paesi. Mi affiancheranno Curtis, che conosce benissimo i miei pregi e i miei difetti, io e lui ci intendiamo con uno sguardo, e Francois, che sa sempre sopperire alle mie defaillance. Ogni minuto delle 5 ore e 35' di tempo della finale sarà importante per ottenere il miglior risultato possibile".

I team di cucina nella finale europea di Torino si sfideranno su due prove, la prima con un servizio all'italiana, quindi al piatto, la seconda a vassoio. I prodotti obbligatori della prima prova non sono ancora pubblici, quelli della seconda sono tutti piemontesi: filetto di manzo di Fassone Piemontese, riso Dop di Baraggia biellese e vercellese varietà Sant'Andrea e animelle di vitello. In oltre due mesi di preparazione i team dovranno affinare il lavoro e l'affiatamento: "Si dovrà provare e riprovare - ha sottolineato Crippa - per entrare nei tempi di gara, senza fare gesti a vuoto o inciampare in incidenti di percorso". L'Italia non è mai salita sul podio del Bocuse d'Or alla finale mondiale: "Quest'anno mi accontenterei di arrivare terzo, o anche primo", ha scherzato il direttore dell'Accademia Italia, Tona.

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