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Sul cibo italiani tra i meno spreconi d'Europa

Secondo Rapporto Coop, siamo i più accorti nel leggere etichette

Redazione ANSA ROMA

(di Alessandra Moneti)

- Ogni anno buttiamo via produzioni agroalimentari e cibo pronto per quasi 16 miliardi di euro, l'1% del nostro Pil. Gli italiani, quanto a chilogrammi di rifiuti procapite all'anno, vanno meglio dei Paesi del Nord (dai 187 kg record della Svezia ai 184 della Norvegia fino a scendere ai 164 di casa nostra). Stavolta, sull'obiettivo "rifiuti zero" siamo dunque di traino sui Paesi scandinavi. E' quanto emerge dal Rapporto Coop 2016, Associazione nazionale Cooperative di consumatori che alla luce della nuova legge antispreco, la n. 166 del 19 agosto 2016, ha promosso, oggi a Roma, un confronto sul tema "meno spreco più solidarietà", con tanto di "cena a spreco zero" della chef Cristina Bowerman ai fornelli con gli studenti di Istituti Alberghieri di tutta Italia. Ciononostante - tra spesa più oculata per le ristrettezze della crisi e casalinghe ricette "riciclone" come le polpette, la frittata di pasta e la pappa al pomodoro - gli italiani, un po' a sorpresa, sono tra i meno spreconi in Europa. E sono più accorti e consapevoli nel leggere le etichette e controllare la data di scadenza. Sicurezza alimentare e solidarietà sono dunque nelle nostre corde. "

Si spreca lungo tutta la filiera, ma principalmente all'inizio, nella produzione agricola e industriale e, alla fine, in casa" ha detto Matteo Guidi, Ad di Last Minute Market, spinoff dell'Università di Bologna. In Europa, ha precisato Guidi, "lo spreco domestico incide per il 52%. Nei Paesi in via di sviluppo invece lo spreco maggiore è all'inizio della filiera per la cattiva conservazione delle derrate. La legge che ha avuto come promotrice e prima firmataria Maria Chiara Gadda (Pd) ci dice che dobbiamo lavorare di più sull'educazione e consapevolezza del consumatore. Da qui, la proposta di far scrivere 'i diari della spazzatura' che partiranno a fine ottobre".

Il tema, ha detto il presidente dell'Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori Stefano Bassi, "riguarda anche la Gdo e impone a tutti nuove azioni. La legge non obbliga al riciclo, come invece avviene in Francia, ma lo incentiva; l'approccio che tende non a reprimere ma a incentivare ci ha convinti. E già nel 2015, da sola Coop ha garantito 6 milioni di pasti a persone in difficoltà per un valore di 24 milioni di euro, grazie al coinvolgimento di 500 punti vendita". "Siamo i primi in Europa ad aver adottato un provvedimento di questo tipo - ha sottolineato infine la deputata Gadda - una legge di iniziativa parlamentare, cosa rara, che nasce da un approccio condiviso con le associazioni e le imprese. Non partiamo da anno zero, oggi già recuperiamo 500mila di tonnellate di cibo ogni anno, nostro obiettivo è raddoppiare e contrastare concretamente la povertà".

Bene la norma che punta al diritto al cibo per tutti, ha concluso Enzo Costa, presidente Auser, associazione che sostiene quegli anziani per i quali anche mangiare è un lusso. "Ora deve partire - ha auspicato - nei Comuni una rete organizzata per l'accumulo e la distribuzione degli alimenti". 

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