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Covid: Agenas, sale al 10% tasso occupazione delle intensive

A livello nazionale. Nei reparti di area non critica resta al 12%

Redazione ANSA ROMA

A livello nazionale, i posti occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive salgono al 10% del totale di quelli disponibili. Resta invece al 12% il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti di area non critica. E' quanto emerge dal monitoraggio quotidiano dell'Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari Nazionali (Agenas), relativi al 14 dicembre e confrontati con quelli del giorno precedente.

Il picco di contagi della quarta ondata di Covid-19 - dice, intanto, Massimo Galli - sarà "entro Natale o subito dopo, questo dicono i numeri delle proiezioni. E questa cosa non la possiamo evitare, perché per evitarla avremmo dovuto vaccinare molto di più un mese fa. Ora c'è da contenerla, cercando di rallentare l'arrivo della variante Omicron, che forse era in giro da ben più tempo rispetto a quanto è stato possibile determinare". Ad Agorà su Rai tre, l'infettivologo dell'Università degli studi di Milano, mette in guardia: "dobbiamo correre con le terze dosi, perché altro strumento non abbiamo". La proroga dello stato di emergenza fino a marzo e le misure come il super green pass "sono un passo avanti rispetto a quanto vediamo in Europa, dove stanno rincorrendoci e dove ammettono che la situazione in Italia è migliore grazie al fatto che i provvedimenti sono stati migliori e più tempestivi. Nonostante ciò, dobbiamo mantenere ancora grande attenzione. E' un dato di fatto che l'emergenza c'è. A furia di disquisire in ambito politico su queste questioni ci siamo creati ostacoli e non elementi di progresso". I numeri, "ci dicono che stiamo meglio di altri Paesi, ma ieri avevamo 20.667 nuovi casi su 776.000 tamponi. Il 14 dicembre 2020 avevamo 12.030 casi ma su 103.000 tamponi e avevamo 491 morti rispetto ai 120 di adesso. Sono comunque un disastro inaccettabile ma non c'è dubbio che la vaccinazione ha cambiato completamente gli orizzonti". "Il virus - ha concluso - ci ha mostrato che sa attaccarci nei punti deboli. Omicron si è sviluppata in un paese con un tasso di vaccinazione vergognosamente basso, e la vergogna riguarda tutto il mondo che non ha saputo garantire anche lì la protezione".

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