(di Maria Emilia Bonaccorso) Una scelta "patriottica e intelligente", ma anche uno scatto di responsabilità alla luce delle necessita' del paese, per ripartire. A spiegarlo è il vertice di Menarini, Eric Cornut, presidente del Gruppo e Lucia Aleotti azionista e membro del board subito dopo l'annuncio di un nuovo polo produttivo di 40 mila quadrati a Sesto Fiorentino, concepito nel pieno della crisi per la pandemia.
"In questo periodo di insicurezza, la prima azienda farmaceutica italiana - ha detto Cornut all'ANSA - in un paio di settimane ha annunciato il tentativo di acquisto di un'azienda oncologica negli Stati Uniti e, appena due settimane dopo, la decisione, che trovo patriottica e intelligente, di costruire un'azienda in Italia tenendo conto di tutti gli insegnamenti che ci arrivavano sulla necessità di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento dei farmaci. Questo dimostra la forza della Menarini, il coraggio degli azionisti, l'efficacia della governance con l'arrivo del nuovo Ceo che ha permesso di gestire una pluralità di progetti in simultanea". "In questo brutto periodo, con un senso di oppressione e di angoscia per l'Italia - ha aggiunto Lucia Aleotti - mentre il mondo si fermava, si comprendeva cosa sarebbe successo, un disastro anche economico. Così abbiamo sentito una scarica elettrica attorno a noi che ci ha portato alla consapevolezza che serviva uno scatto di responsabilità e di affetto nei confronti dell'Italia, alla luce anche delle tante crisi di approvvigionamento dall'estero, di merci (come le mascherine ma fortunatamente non i farmaci) che veniva bloccate alle dogane. È nata così la voglia di fare qualcosa di più". Cornut ha ricordato come le prime notizie che arrivavano sulla pandemia dall'Oriente, dove il gruppo è presente, abbiano spinto l'azienda ad attrezzarsi velocemente per la riorganizzazione del lavoro. "In azienda esistono gruppi esperti di rischio professionale che si sono organizzati subito" ha detto. "Il sistema ha funzionato, con senso di responsabilità da parte di tutti, e a sorpresa abbiamo anche scoperto nuovi aspetti di chi lavorava con noi, scoprendo passioni e hobby". Il nuovo polo, ha spiegato Lucia Aleotti, permetterà di dare lavoro a 250 persone direttamente e ad altre 250 indirettamente, con una produzione di compresse (definite tecnicamente solidi orali) nell'area del cardiovascolare, metabolismo e allergie. "Non bisogna dimenticare che questo nuovo stabilimento aiuterà anche di aumentare le esportazioni italiane all'estero", ha tenuto a precisare Cornut. Se la chiusura dei conti per il 2019 è stata positiva, l'azienda guarda ora alla sfida dell'anno in corso, "partendo dalle nuove espansioni all'estero con una percentuale di fatturato che ha raggiunto il 77%, mai raggiunto fino ad ora" ha sottolineato Aleotti. "Guardando al futuro - ha concluso Cornut - piuttosto che al passato che non sarà più come prima". (ANSA).