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La Banca delle Visite, 'cure sospese' per i più poveri

Dal 2017 circa mille prestazioni, in vetta Milano e Roma

Paola Lo Mele ROMA

(di Paola Lo Mele) 

La tradizione filantropica del 'caffè sospeso' napoletano applicata alla sanità italiana. E' questo il faro che ha ispirato la Banca delle Visite, progetto pensato per aiutare le persone più bisognose che non possono permettersi visite mediche a pagamento. Con la Banca delle visite invece possono accedervi grazie alle donazioni di privati cittadini o aziende. Chi vuole, tramite web, può acquistare una prestazione sanitaria che rimane 'sospesa', ovvero custodita nel portale della banca, fino a quando una persona indigente non la richiede. Fino ad oggi - riferisce la stessa banca - in tutto lo stivale sono state erogate circa mille di queste prestazioni.
   

Sono tanti i pazienti che in video hanno testimoniato la loro storia sul sito della Banca delle visite. C'è Elvira che è riuscita ad evitare i cinque mesi di attesa che le erano stati prospettati in ospedale ottenendo la prestazione che le occorreva in due settimane. Domenica invece aveva bisogno di alcune cure odontoiatriche e, a problema risolto, commenta ancora emozionata: "Non mi sembra vero che si possano fare donazioni a chi ne ha bisogno. Dire che sono soddisfatta è poco". Poi, c'è il piccolo David, arrivato in Italia pochi anni fa dal Venezuela con la sua famiglia, che ha avuto problemi di inserimento scolastico ed è stato aiutato con un consulto psicologico. "Io 'campo' con 200 euro al mese, anche solo 20 euro per una visita sono il 10% del mio stipendio e ci mangio due giorni", dice Roberto, un uomo quasi cieco, anche lui aiutato ad accedere a consulti di specialisti. Ana, 37 anni, lavoratrice in una cooperativa di Torino, invece, afferma: "Sono in difficoltà economica e non potevo né 'andare a pagamento', né aspettare i tempi della sanità pubblica. Spero un giorno di poter contribuire al progetto e spero che questo valore di umanità e empatia possa crescere".
   

Nata a inizio 2017, come progetto pilota nel Comune di Gravina in Puglia, la Banca delle visite è stata poi 'adottata' dalla fondazione Health Italia presieduta da Massimiliano Alfieri, che l'ha resa un'iniziativa nazionale. "Fino ad oggi siamo riusciti a donare circa mille visite e abbiamo tanti volontari sul territorio. A Formello c'è la sede principale ma siamo arrivati già in quindici regioni d'Italia", racconta, interpellato dall'ANSA, il coordinatore nazionale Antonello Ceci. "Ci sono medici che donano la loro professionalità a titolo completamente gratuito e ce ne sono degli altri che fanno sconti del 50% - aggiunge Ceci - Le richieste maggiori ci sono arrivate dalle grandi città dove le persone in difficoltà sono più isolate: Milano, poi a ruota Roma, Bari".
   

Una settantina i medici privati coinvolti e quasi sessanta le cliniche convenzionate. "La cosa più bella di questo progetto è che tra le persone che abbiamo aiutato c'è anche qualcuno a cui è stata salvata la vita, come un anziano di nome Cesare che avrebbe dovuto aspettare sei mesi per la visita oncologica e a cui abbiamo scoperto un tumore maligno, dandogli la possibilità di affrontarlo. Fare visite veloci può essere fondamentale", spiega Ceci. Che cita un'indagine del Censis secondo cui "ogni anno in Italia ci sono 11 milioni di persone che rinunciano alle visite mediche in quanto non possono accedervi, sia per indisponibilità economica, sia per lunghi tempi di attesa. "Noi riteniamo che il sistema sanitario nazionale italiano sia un'eccellenza accessibile a tutti, ma proprio per questo ha lunghe liste d'attesa - conclude -. Noi non ci poniamo come un sostitutivo ma come un aiuto a questo sistema".
   

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