Non più solo grandi nomi legati alla moda e al lusso, il marchio di qualità italiana in Russia si trova anche in farmacia. E, a conoscerlo, sono soprattutto i pazienti con malattie del cuore, della prostata. Ma soprattutto i diabetici. Circa il 25% della quota di mercato nell'area dei farmaci contro questa malattia è detenuta infatti dalla Menarini, la più grande azienda farmaceutica italiana, presente in 136 paesi in tutto il mondo.
Con 3,6 miliardi annui di fatturato e 18.000 dipendenti, la Menarini conta su 4 Hub principali: Firenze, Barcellona, Singapore e Berlino, filiale, quest'ultima, che gestisce 31 paesi dell'est Europa. È attraverso la Berlin Chemie, ex azienda della Repubblica Democratica Tedesca acquisita dopo la caduta del Muro, che Menarini ha fatto il suo ingresso in Russia, nel 1992. A 27 anni di distanza, nel territorio della Federazione delle Repubbliche Russe, Menarini oggi ha 320 milioni di fatturato annui e 950 dipendenti, tra l'ufficio commerciale, i promotori medico scientifici e gli addetti alla produzione. La realizzazione del primo stabilimento produttivo in questo Paese è recente, ma il brand è già molto conosciuto. "Con 112 formulazioni di cui 12 prodotte in loco, Menarini è ottava per fatturato tra le farmaceutiche internazionali in Russia", precisa Attilio Sebastio, direttore finanziario di Berlin Chemie - Menarini. "Complessivamente rappresenta il 3% del mercato farmaceutico russo, percentuale che sale all'11% se si guarda solo alla quota di mercato in cui ha prodotti, soprattutto gastroenterologia, cardiologia, urologia, antinfluenzali, integratori, antidolorifici". Il farmaco più venduto è un digestivo, la pancreatina. Ma l'area di maggior successo è quella degli antidiabetici. "Abbiamo una quota di mercato nell'area del diabete pari al 23,5%, in pratica un quarto", precisa Sebastio. Si tratta di 13 formulazioni, di cui 4, tutti antidiabetici orali (destinati ai pazienti non gravi), prodotti in Russia, nello stabilimento di Kaluga, nell'omonima regione.
Il diabete di tipo 2 è un problema crescente a livello mondiale, e lo è ancora di più in paesi come la Russia, dove sedentarietà, abitudini alimentari, consumo di alcol fanno sì che oggi circa il 9% della popolazione adulta abbia avuto diagnosticata la malattia, a fronte di una prevalenza del 5,5% in Italia (dati Oecd 2017).