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'Prima di aggredire, pensa', campagna dei medici contro la violenza

Parte da Bari l'iniziativa della Federazione degli Ordini Fnomceo

Redazione ANSA ROMA

Parte da Bari, e verrà poi estesa anche ad altre province, la nuova campagna di contrasto alla violenza sugli operatori sanitari. Sarà presentata il 13 settembre nel capoluogo pugliese, in occasione della 'Giornata contro la violenza verso gli operatori sanitari' dedicata alla memoria di Paola Labriola, alla presenza del Ministro Giulia Grillo. 'Prima di aggredire, pensa' è il titolo della campagna, promossa dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) e dall'Ordine di Bari.

    Sono in affissione da questa settimana i cartelloni voluti dall'Ordine dei medici di Bari per abbassare il livello di conflittualità che si registra soprattutto all'interno delle strutture di urgenza e di continuità assistenziale. La campagna intende presentare ai cittadini la 'doppia faccia' del servizio sanitario, senza eludere le inefficienze del sistema - che causano insoddisfazione - ma evidenziando accanto ad essi l'importanza e i risultati del lavoro dei medici che operano nei pronto soccorso, per il 118 o come guardie mediche. Per questo i cartelloni sono divisi in due metà, così come il viso dei soggetti protagonisti, arrabbiati nella prima parte, sorridenti nella seconda. Ai due stati d'animo affiancati danno voce i testi: "30 minuti ad aspettare l'ambulanza. Li ho riempiti di insulti! 3.922.271 interventi 118 nel 2017. Migliaia di vite salvate"; "La guardia medica non voleva darmi quel farmaco. L'ho minacciata! 12.000.000 di assistiti dalle guardie mediche in 1 anno. Migliaia di vite salvate"; "Più di 6 ore di attesa al Pronto soccorso. Volevo spaccargli la faccia!. 20.125.923 accessi al Pronto soccorso nel 2017. Migliaia di vite salvate"; "Prima di aggredire, pensa. I medici difendono la nostra salute".

La campagna, sottolinea Filippo Anelli, presidente Fnomceo e dell'Ordine di Bari, "fa parte di una più ampia azione culturale di 'riconciliazione' con i cittadini che insieme ai medici sono le vittime delle inefficienze del sistema sanitario. Per contrastare la violenza non basta rendere più sicuri i luoghi di lavoro, ma bisogna recuperare quel rapporto di fiducia medico-paziente che si è incrinato negli anni".
   

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