(ANSA) - ROMA, 25 APR - Con 216 milioni di casi nel mondo,
secondo il report 2016 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
(Oms) e 445.000 decessi, la malaria rimane tutt'oggi la
principale causa di mortalità infantile e di infermità in 91
Paesi tropicali. E' quanto sottolinea, in occasione della
Giornata mondiale contro la malaria, l'Istituto Pasteur Italia.
Oltre il 70% di tutti i decessi per malaria riguarda bambini
sotto i cinque anni, dei quali oltre l'80% in Africa
sub-sahariana. In questa regione solo il 19% dei bambini colpiti
da malaria riesce a ricevere un trattamento a base di
artemisinina e ogni 2 minuti muore un bambino a causa di questa
malattia.
Secondo l'Unicef, si tratta di una ''malattia prevenibile e
curabile che mette a rischio metà della popolazione mondiale.
Nel 2016 quasi 300 mila bambini sotto i 5 anni sono morti a
causa della malaria: 800 giovani vite perse ogni giorno. Fra
tutte le malattie trasmissibili, la malaria è terza, dopo
polmonite e diarrea, per numero di bambini morti di età fra un
anno e cinque mesi''. Ciononostante, ''i finanziamenti si sono
fermati, mettendo milioni di vite e decenni di investimenti a
rischio'' lamentano l'Unicef e la Roll Back Malaria Partnership
hanno lanciato l'hashtag #readytobeatmalaria, per aumentare la
consapevolezza sull'importanza di sconfiggere per sempre questa
malattia. ''Le zanzare Anopheles, formidabili vettrici dei
plasmodi malarici, hanno sviluppato resistenza agli insetticidi.
La specie più mortale (Plasmodium falciparum) ha anche
sviluppato resistenza ai più recenti farmaci derivati
dall'Artemisia, nel Sud-Est Asiatico'' segnalano i microbiologi
clinici italiani dell'Amcli, secondo i quali la malaria è
l'unica vera urgenza in parassitologia, in poche ore (4-6) un
soggetto può sviluppare una forma grave con elevato rischio di
perdita della vita.
A fine 2017, il Consorzio internazionale Anopheles gambiae
1.000 genomes (Ag1000G) - creato nell'ambito del Network
internazionale sulla genomica ed epidemiologia della malaria -
ha presentato su Nature i primi risultati ottenuti analizzando
il genoma di 765 esemplari di Anopheles gambiae e Anopheles
coluzzii. Il lavoro è stato possibile grazie al contributo di
ricercatori di 29 gruppi di ricerca europei, statunitensi e
africani. I dati ottenuti hanno evidenziato una straordinaria
variabilità genetica e pongono le basi per affrontare le nuove
sfide nella lotta alla malaria: dallo sviluppo di strategie di
controllo genetico, allo studio di metodi per arginare il
fenomeno, sempre più emergente, della resistenza agli
insetticidi.(ANSA).