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Se il dolore ostacola la quotidianità, aumenta il rischio di morte

Dal mal di testa alla lombalgia, ma solo se interferiscono con la vita

Redazione ANSA ROMA

Il dolore - di qualsiasi natura - che interferisce con la vita quotidiana, ad esempio un mal di testa che impedisce di andare a lavoro o un mal di schiena che blocca a letto, aumenta il rischio di morte per qualsiasi causa. Lo rivela uno studio su due ampi gruppi di individui (oltre 6300 il primo, quasi 11 mila partecipanti il secondo) condotto dalla Manchester Metropolitan University e pubblicato sulla rivista Arthritis care and Research. Gli esperti inglesi hanno visto che non è il dolore di per sé ad essere associato a maggior rischio di morte, ma il modo in cui interferisce con la vita quotidiana, quindi il dolore in qualche modo 'disabilitante', che rende difficili lavorare, le relazioni, il management familiare, lo sport. Gli esperti hanno calcolato che gli individui che hanno spesso a che fare con qualche forma di dolore disabilitante sono il 29% più a rischio di morire; coloro che subiscono ''un bel po'' o estrema interferenza a causa del loro dolore sono il 38% e l'88% più a rischio di morire.
   

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