(ANSA) - ROMA, 18 MAG - La maggior parte dei prodotti monouso
in plastica compostabile in Italia finisce in impianti che non
sono in grado di trattarli efficacemente, e così alla fine
vengono buttati negli inceneritori o in discarica. Lo sostiene
un'indagine dell'Unità Investigativa di Greenpeace Italia
In Italia i prodotti monouso in plastica compostabile come
piatti, posate e imballaggi rigidi devono essere smaltiti
insieme agli scarti alimentari. Tuttavia, stando ai dati del
Catasto rifiuti di ISPRA, il 63 per cento della frazione
organica è inviato a impianti che difficilmente riescono a
degradare le plastiche compostabili, che quindi finiscono per
essere scartate. Il resto finisce in impianti di compostaggio
che abitualmente operano con tempistiche troppo brevi per
garantire la compostabilità.
"Considerato i problemi di trattamento delle plastiche
compostabili - commenta Giuseppe Ungherese, responsabile
campagna inquinamento di Greenpeace -, è incomprensibile che
l'Italia continui a incentivare questi materiali. Siamo di
fronte a un greenwashing di Stato, che si trasforma in una
truffa nei confronti della collettività. Mentre il resto
dell'Europa va verso soluzioni basate sulla dematerializzazione
del packaging e sull'impiego di prodotti durevoli e
riutilizzabili, in Italia si incentiva il monouso in plastica
compostabile. Come dimostra la letteratura scientifica
internazionale, i maggiori benefici ambientali si ottengono
abbandonando l'usa e getta, indipendentemente dalla tipologia di
materiale". (ANSA).
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