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Maielletta, via l'ecomostro tra Rifugio Pomilio e Blockhaus

Traliccio 40 mt costruito nel 2005 in area Sic nel Parco Maiella

Redazione ANSA CHIETI
(ANSA) - CHIETI, 14 NOV - Sparito sulla Maielletta l'ecomostro tra il Rifugio Pomilio e il Blockhaus, un traliccio porta-antenne di 40 metri innalzato nel 2005 perché ritenuto opera necessaria alla difesa nazionale e poi finito al centro di un contenzioso fra Parco Nazionale della Maiella e Guardia di Finanza. Dopo un accurato intervento di demolizione, nell'area a 1995 metri di quota, su un balcone naturale con vista sul massiccio della Maiella frequentato da escursionisti, sciatori, ciclisti, sono state messe a dimora piantine di pino mugo provenienti dal Vivaio delle Piante Autoctone del Parco ed è stata ultimata la semina di fiorume raccolto in loco.

La postazione ripetitrice in ponte radio, che comprendeva un traliccio metallico alto circa 40 metri e una struttura in cemento armato alta 7,5 metri, era stata realizzata nel territorio di Pennapiedimonte (Chieti) nonostante il diniego espresso dall'Ente Parco nel 2003 in quanto l'area è in zona A di Riserva integrale del Piano del Parco, in zona di protezione speciale e nel Sito di Interesse Comunitario (Sic) "Maiella". A commissionarla era stata la Guardia di Finanza-Reparto Tecnico Logistico Amministrativo Abruzzo con sede all'Aquila. I lavori per realizzare l'opera sono stati oggetto nel 2004 di ordinanza di sospensione emessa dall'Ente Parco, ritenuta legittima dal Consiglio di Stato; una circolare del ministero dell'Ambiente nel 2006 ribadiva la necessaria sottoposizione al potere autorizzativo degli Enti parco e una sentenza del Tar Abruzzo nel 2007 aveva negato la revoca dell'ordinanza di sospensione dei lavori.

Nel 2015 il Parco fornì indicazioni operative per eseguire ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi.

Nei primi mesi del 2019 il Reparto Tecnico Logistico Amministrativo Abruzzo della Finanza presentò al Parco, per liberare i prati, un'ipotesi di riqualificazione: la postazione Gdf sarebbe stata ceduta a titolo gratuito per ospitare antenne e apparati degli altri ripetitori sparsi (che quindi sarebbero stati rimossi). Il Parco promosse incontri con le amministrazioni locali, ma non si arrivò a un accordo sulla proposta.

I lavori sono stati coordinati dai tecnici del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche, ufficio dell'Aquila, sotto la progettazione dell'architetto Fabio Armillotta, ed eseguiti dalla "Costruzioni Generali Pacifici Emidio srl".

"Purtroppo nell'area in esame - osservano il presidente e il direttore del Parco, Lucio Zazzara e Luciano Di Martino - rimane il groviglio e la selva di antenne a cui l'Ente Parco da anni tenta di trovare una proposta di razionalizzazione con le amministrazioni locali su cui ricadono gli affitti delle installazioni tecnologiche". (ANSA).

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