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Foreste sudest asiatico a rischio per boom piantagioni gomma

In pericolo biodiversità, appello studiosi a aziende pneumatici

Redazione ANSA ROMA

La crescente domanda di gomma naturale, alimentata dall'industria dei pneumatici, sta mettendo a rischio aree protette del sudest asiatico. A dirlo è uno studio condotto dalla University of East Anglia e University of Sheffield e pubblicato su Conservation Letters, che mette in guardia sull'espansione delle coltivazioni di gomma a scapito delle foreste sottolineando le conseguenze di questa scelta sul suolo, acque dolci, biodiversità e sulla sopravvivenza di specie ed ecosistemi unici al mondo. Secondo i ricercatori, la portata del problema è paragonabile a quello dell'olio di palma.

Gli scienziati invitano i produttori di pneumatici a favorire le iniziative di sostenibilità: "l'industria dei pneumatici - ha spiegato Eleanor Warren-Thomas, ricercatrice della University of East Anglia e autore principale dello studio - consuma il 70% di tutta la gomma naturale coltivata. Prevediamo che tra i 4,3 e gli 8,5 milioni di ettari di nuove piantagioni saranno richieste per soddisfare la domanda prevista entro il 2024". Secondo lo studio, nelle foreste convertite alla coltivazione della gomma il numero di uccelli, pipistrelli e coleotteri può diminuire fino al 75%, mentre scompaiono del tutto macachi e gibboni. Gli studiosi sottolineano poi come in alcune foreste destinate alle nuove piantagioni vivono specie considerate a rischio, come l'Ibis dalle Spalle bianche, i cervi di Eld e i banteng.

I ricercatori chiedono ai produttori di pneumatici un maggiore impegno per utilizzare gomma di origine sostenibile, sull'esempio di quanto avvenuto per l'olio di palma, con la scelta di alcune aziende di utilizzare solo prodotti che provengono da coltivazioni sostenibili. (ANSA).

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