(ANSA) - ROMA, 25 FEB - "L'Europa e l'Italia, in nome del
gas, hanno rinunciato a difendere la democrazia e la popolazione
Ucraina come dimostrato anche dall'opposizione del nostro
governo a escludere la Russia dallo SWIFT, il meccanismo che
regola le transazioni finanziarie internazionali. Nonostante lo
scenario energetico sia chiaro, l'Italia persevera sulla strada
sbagliata di dipendere da una fonte fossile come il gas,
attualmente unica responsabile dell'aumento del prezzo
dell'energia e del riscaldamento che ha messo in ginocchio
imprese, artigiani e famiglie, molte delle quali non si
riscaldano in casa per timore del costo delle bollette". Così,
in una nota, i co-portavoce nazionali di Europa Verde, Angelo
Bonelli ed Eleonora Evi, in seguito all'informativa urgente del
Premier Draghi sul conflitto Russia-Ucraina.
"Draghi, - proseguono i due ecologisti, - parla di riaprire le
centrali a carbone e, nel lungo termine, di investire sulle
rinnovabili. Eppure sarebbe possibile da subito costruire una
politica energetica di pace, puntando sulle rinnovabili e
sull'efficienza energetica. Nei prossimi due anni, potremmo
dimezzare l'utilizzo del gas per la produzione di energia
elettrica se puntassimo sulle rinnovabili e questo è stato
confermato pochi giorni fa anche dall'amministratore delegato di
Enel Francesco Starace".
"Draghi parla di estrarre il gas nazionale come se avessimo
riserve illimitate ma non è così. Nel DL Energia, - spiegano
Bonelli ed Evi, - il ministro Cingolani ha previsto di aumentare
la produzione di gas nazionale da 3,3 miliardi di mc/anno a
circa 5, incremento che equivale al 2,63% del fabbisogno
nazionale, pari a 76 miliardi di metri cubi all'anno. Secondo il
MISE, l'Italia ha riserve 'certe' di gas, che può estrarre al
90%, per 45 miliardi di metri cubi che potrebbero soddisfare il
fabbisogno nazionale solo per sette mesi. Poi ci sono le
riserve 'possibili', pari a 44 miliardi di metri cubi che hanno
una probabilità di poter essere estratte al 50%. Sommando le
riserve certe e le possibili, garantiremmo complessivamente un
fabbisogno per 15-16 mesi ma ovviamente ci sarebbe bisogno di
anni per estrarre e utilizzare queste risorse".
"In tempi di guerra, - incalzano, - ci dimentichiamo dello stato
di salute del nostro pianeta e del collasso a cui stiamo andando
incontro con il cambiamento climatico essendo il metano un gas
climalterante a forte emissione di CO2 e il carbone un killer
della salute. Abbiamo oltre 110 GW di autorizzazioni, tra eolico
e solare, che sono bloccate, mentre potremmo utilizzare gli
accumuli idroelettrici che valgono 8 GW. C'è un aspetto
importante dal punto di vista sociale: l'energia prodotta con le
rinnovabili, - concludono Bonelli ed Evi, - costa poco e
stabilmente. È stato calcolato da Elettricità Futura che,
raggiungendo nel 2030 l'obiettivo del 72% di rinnovabili, si
ridurrebbe la bolletta elettrica di 30 miliardi di euro".
(ANSA).
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