(ANSA) - ROMA, 7 MAR - I pesticidi usati in agricoltura
causano 200.000 morti all'anno nel mondo, quasi tutti nei paesi
in via di sviluppo, e non sono necessari per garantire l'aumento
della produzione agricola per una popolazione in crescita. Lo
sostiene un rapporto degli inviati speciali dell'Onu per il
Diritto al cibo, Hilal Elver, e per le Sostanze tossiche, Baskut
Tuncak, presentato al Consiglio per i Diritti umani delle
Nazioni Unite a Ginevra.
"I pesticidi sono responsabili per un numero stimato di
200.000 decessi all'anno per avvelenamento acuto, il 99% dei
quali avvengono nei paesi in via di sviluppo", si legge nel
documento. Tuttavia, prosegue il rapporto "si ritiene
comunemente che l'agricoltura intensiva industriale, che si basa
pesantemente sui pesticidi, sia necessaria per aumentare i
raccolti per sfamare una popolazione mondiale in crescita". Una
convinzione sbagliata, secondo gli inviati dell'Onu: "Nei 50
anni passati, la popolazione globale è più che raddoppiata,
mentre la terra arabile disponibile è aumentata solo del 10%".
I pesticidi causano danni ormai dimostrati scientificamente,
secondo l'Onu: inquinano l'ambiente, uccidono o fanno ammalare
le persone, destabilizzano l'ecosistema alterando il rapporto
fra prede e predatori, limitano la biodiversità. Ma le aziende
del settore agricolo e dei pesticidi hanno adottato "una
negazione sistematica della grandezza del danno portato da
queste sostanze chimiche, e tecniche di marketing aggressive e
non etiche rimangono incontrastate".
Per l'Onu "un trattato generale che regoli i pesticidi
altamente pericolosi non esiste". Eppure, "senza, o con un uso
minimo di sostanze chimiche tossiche, è possibile produrre cibo
nutriente e più sano, senza inquinare o esaurire le risorse
ambientali". (ANSA).
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