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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

“Agroenergie, potenziale da sfruttare meglio”

Le valutazioni nell’annuario del Crea, l'ente di ricerca del Mipaaf, che ricostituisce il Comitato scientifico e avvisa: “Biomasse solide, necessario affrontare il problema delle emissioni” (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - La produzione di energia rinnovabile dal settore agricolo e forestale è scarsamente utilizzata e al di sotto della media della Ue, nonostante abbia tutti i numeri e il potenziale per poter produrre un quantitativo maggiore di biomassa, congiuntamente all’energia solare ed eolica, ma per le biomasse solide è “necessario affrontare il problema delle emissioni inquinanti” degli “apparecchi”, soprattutto “a causa delle significative emissioni di polveri sottili prodotte”.

Questa l’analisi complessiva sulle agroenergie contenuta nell’annuario del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. Nel documento dell’ente di ricerca, vigilato dal Mipaaf del ministro Stefano Patuanelli, si fa un punto sull’agricoltura in Italia nel 2020 e sulle possibili diversificazioni.

Un capitolo specifico è dedicato alle agroenergie. L’annuario, citando un recente rapporto dell’Enea 2021, ricorda come “biomasse e biogas insieme abbiano i numeri e il potenziale per diventare una fonte strategica per la nuova politica energetica nazionale, ma rappresentino anche un’opportunità di reddito integrativa per le aziende agricole, in grado di far crescere il valore aggiunto del settore”. Il potenziale è quindi buono ma non adeguatamente sfruttato, secondo l’analisi Crea.

Di fatto, osserva il documento, “le agroenergie costituiscono oggi in Italia la più importante fra le fonti energetiche rinnovabili per l’ampia disponibilità di materia prima e, soprattutto, perché possono costituire la base per fornire elettricità, calore e biocarburanti con tecnologie mature e affidabili. Tuttavia, se la biomassa è una risorsa rinnovabile, continua e programmabile, non è inesauribile e deve essere utilizzata in modo da permetterne la ricostituzione senza alterare gli ecosistemi e senza entrare in conflitto con l’uso del suolo agricolo per la produzione di alimenti e mangimi”. 

In un paragrafo successivo si spiega con maggior precisione anche un altro punto sulle biomasse: “Ad oggi, rappresentano la fonte rinnovabile più utilizzata per il settore dell’energia termica, soprattutto in ambito domestico. Per far progredire il comparto delle Fer in questo ambito è, dunque, necessario affrontare il problema delle emissioni inquinanti per questi apparecchi, soprattutto a causa delle significative emissioni di polveri sottili prodotte”.

Nel corso di un’audizione parlamentare, il ministro Patuanelli ha ribadito che “le aziende agricole non devono diventare aziende energetiche, devono restare aziende agricole”. In un altro momento ha ammesso: “Alcune perplessità sull'agrivoltaico ce le abbiamo. Esistono aree marginali dove si possono fare gli impianti sospesi e provare a fare culture riparatrici con al di sopra i pannelli fotovoltaici”.

Dal Mite, hanno invece informato che per le linee guida sull’agrivoltaico si “dovrebbe arrivare al documento finale probabilmente entro fine anno”, come riferito da Daniele Novelli, capo della segreteria tecnica Energia del Mite, nel corso di un webinar organizzato da Elettricità Futura.

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo venerdì 17 all’assemblea di Confagricolura, ha detto che “l’agricoltura ha un ruolo fondamentale”, ricordando però che serve “un cambio nel modo di produrre l’energia” e chiedendo agli agricoltori di partecipare alla decarbonizzazione con “le comunità, quindi l’agrivoltaico, l’utilizzo della circolarità dei biogas, delle masse e delle deiezioni animali”. 

Tornando alle attività del Crea è infine da segnalare che il ministro Patuanelli ha firmato il decreto che ricostituisce il consiglio scientifico del Crea, che resta in carica per quattro anni. Il consiglio scientifico sarà presieduto dal Carlo Gaudio, presidente dell’ente, e composto da dodici esperti nominati dal ministro, di cui un terzo espressione elettiva dei centri di ricerca nell’ambito dei ricercatori e tecnologi dell’ente, e i restanti scelti da Patuanelli tra scienziati italiani e stranieri. 

“I componenti del comitato scientifico sono Gino Bella, Giorgio Calabrese, Hellas Cena, Enrico Garaci, Manuela Giovannetti, Giulio Malorgio, Ilaria Pertot, Michele Pisante, Giulio Bonati, Stefano Fabiani, Giuseppe Mazza e Catello Pane”, secondo quanto informa una nota del Mipaaf.